Inizia in questo numero il primo di tre articoli su questa metodologia. L’origine del “suspension training”, gli obiettivi e soprattutto una serie di gli esercizi da utilizzare col calciatore.
Da alcuni anni, per quanto riguarda la metodologia del training fisico, si sente parlare di allenamento funzionale, ovvero una pratica finalizzata al miglioramento del movimento e non al potenziamento del singolo muscolo. Se prima si ricercava la massa muscolare e lo sviluppo della forza massima con tutti i mezzi proiettati verso tale obiettivo (macchine isocinetiche con carichi elevati, elettrostimolazione, bilancieri…), ora si punta di più su una metodologia incentrata sullo sviluppo delle capacità coordinative, propriocettive, neuromuscolari e preventive, attraverso attrezzi definiti funzionali. Tra questi c’è il suspension training (allenamento in sospensione). Si tratta di un modalità che consente di eseguire una serie di esercizi sfruttando il peso del proprio corpo, attraverso l’uso di cinghie generalmente ancorate a un punto fisso, a circa 2 metri di altezza, per stimolare contemporaneamente: forza, resistenza, equilibrio, coordinazione, flessibilità, potenza, stabilità del tronco (core).
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