La gestione della palla a inizio azione

La gestione della palla a inizio azione

I comportamenti e i princìpi da insegnare ai giocatori per controllare la partita e soprattutto per la gestione della palla a inizio azione.

Solitamente l’inizio del gioco viene orientato solo dalla “messa in azione” del portiere, ma potrebbe essere utile estendere questo concetto anche alle punizioni (escluso quelle calciate direttamente verso la porta o l’area) e le rimesse laterali, dai vari settori di campo. Come è possibile organizzare in modo lineare e semplice la gestione della palla a inizio azione? Didatticamente, potrebbe essere utile dare alcuni riferimenti sul campo ai calciatori. Prendiamo in considerazione la tracciatura del terreno di gioco, quindi. Parlo dei “dischetti” (rigore e centrocampo), le proiezioni delle aree (del “portiere”, chiamata gergalmente “piccola”, e di rigore), le linee laterali, l’ampiezza dell’area di rigore e le lunette delle due aree, oltre al cerchio di centrocampo.

Dando al giocatore indicazioni del tipo: “Stai in proiezione dell’area grande” o “Utilizza la linea laterale”, lo si può aiutare a occupare con più facilità e precisione il campo. Perché stabilire a priori tali riferimenti? Perché dire alla squadra di allargarsi, ad esempio, non ha un valore oggettivo, ma soggettivo. Per alcuni elementi prendere ampiezza può significare porsi in una determinata posizione e per altri in un’altra. Questo fa sì che l’undici occupi il terreno di gioco con tante regolazioni soggettive. Al contrario, stabilendo a priori punti precisi dove muoversi, si evita il problema costruendo una sorta di “indice”, un vocabolario condiviso tra tutti i giocatori.

Inizio gioco dal portiere

La gestione della palla a inizio azione, partendo dal numero uno, può avvenire:

  • con partenza bassa;
  • con rinvio a squadra aperta;
  • con rinvio a squadra chiusa.

Per “aprire” il gioco dal basso sarà necessario costruire una doppia superiorità numerica (una solitamente è garantita dal portiere): se non si ha questa situazione di vantaggio (con la squadra avversaria che chiude le linee di passaggio in parità numerica), i rischi che si corrono possono far propendere per altre strade. Infatti, ricordiamo che la zona di sviluppo gioco è vicina alla porta da difendere e un errore può essere “fatale”. Pertanto, nel caso di impossibilità a gestire la palla bassa, il portiere può ricercare un giocatore offensivo (il ricevente deve possedere qualità aeree e/o buona protezione palla), stabilito a priori.

Oppure, se non si vuol correre troppi pericoli, si “chiude” la squadra (si fa densità in una determinata zona) e si rinvia lungo (anche in questo caso organizzando l’undici sulle eventuali seconde palle). Ma perché partire con la palla bassa? Per cercare di occupare il campo in ampiezza, di conseguenza allargare le maglie della difesa avversaria e avere più spazi a disposizione. Da attaccare! Cosa pressoché impossibile con un rinvio lungo a squadre schierate. Le possibilità per incominciare la manovra dal numero uno, chiaramente, sono diverse e correlate per certi versi ai sistemi di gioco.

Nella figura 1 evidenziamo una ripresa dal portiere con una squadra impostata 4-2- 3-1 (in possesso) e l’altra 4-3- 3. Come prima cosa, utilizzando i riferimenti sopra spiegati, si possono aprire i due centrali all’altezza delle aree piccole e un mediano in proiezione disco, gli esterni bassi sono sulla linea laterale e sotto la lunetta. Gli avversari, avendo scelto il 4-3- 3, si dispongono come in figura costruendo un 3>4 iniziale (3>3 + portiere che deve gestire l’avvio del gioco). Come ricercare una soluzione ottimale per sviluppare la manovra?


L’idea di fondo è abbassare l’altro mediano e il trequartista (figura 2). Se i due interni avversari seguono l’azione, per superare la pressione senza ricorrere alla giocata lunga (con molta probabilità preda dei difendenti), si può pensare a un passaggio corto sul piede forte e smarcato di centrale di centrocampo o trequartista (nella figura il trequarti), che rapidamente possono innescare gli esterni bassi, lasciati inevitabilmente liberi (figura 3). Infatti, non è facile per gli avversari salire e chiudere anche la fascia laterale.

Nel caso in cui la scelta di servire mediano o trequarti che si è abbassato fosse ritenuta pericolosa, si può provare una trasmissione lunga per il 3>4 offensivo (mantenendo sempre la squadra aperta), sfruttando l’appoggio e il sostegno (del mediano e del trequartista), oltre l’inserimento dell’attaccante esterno (figura 4). Organizzare tutte le situazioni (corte, lunghe, aperte) “duello” è comunque una necessità primaria di ogni squadra perché possono diventare fondamentali nei vari momenti della partita (anche l’alternanza delle varie opzioni può mettere in crisi gli oppositori). Per questo, occorre educare portieri e attaccanti/centrocampisti a trovare e farsi trovare in zone ben precise per sfruttare qualcosa di organizzato e, magari, di difficile interpretazione da parte degli avversari.

Le rimesse laterali

La gestione palla a inizio azione riguarda anche queste situazioni di palla inattiva che devono essere codificate semplicemente in modo da sviluppare velocemente l’azione e sfruttare le peculiarità dei propri calciatori. Fermo restando che la battuta immediata appena la palla esce è la modalità migliore per non lasciare tempo agli avversari di organizzarsi e per impostare subito il gioco. Prendiamo in considerazione due squadre disposte con l’4-4-2, con l’esterno basso che deve battere la rimessa. Di seguito e in figura 5 alcune opzioni:

  • palla indietro – è un modo per aprire la squadra e di conseguenza il gioco in sicurezza. Si abbassano sulle proiezioni dell’area di rigore un mediano (4), sulla linea dell’area un centrale difensivo, il compagno di reparto e l’esterno opposto, per essere pronti a un giro palla e dare copertura;
  • palla centrale – si può ricercare sul piede smarcato il giocatore 8, che può trasmettere una palla in verticale per la punta (9) oppure ricominciare da dietro servendo il compagno 5;
  • palla avanti – si disputano, in tal caso, dei duelli 1>1 (trequartista contro rispettivo marcatore o punta che taglia contro difensore centrale).


In tutti questi casi, comunque, sono determinanti i tempi di giocata. I giocatori che gestiscono la palla (chi batte e chi riceve) devono avere un contatto visivo e notare lo spazio libero dove l’uomo senza sfera ha la possibilità di smarcarsi.

Calci di punizione

Prenderemo in esame quelli sotto il cerchio di centrocampo, infatti in zona ultra-offensiva si può propendere per ricercare, con vari “schemi”, la conclusione a rete. Nel nostro caso comunque bisogna decidere come occupare il campo, quali i rifermenti utili e le modalità di sviluppo. Ipotizziamo due schieramenti 4-2- 3-1 (in possesso) contro un 4-3- 1-2.

Per “l’avvio corto”, quindi, sotto il cerchio di centrocampo in zona centrale si può abbassare il mediano (4) a battere la punizione. Analizzando questa situazione, è inutile aprire i due centrali (5 e 6) in proiezione dell’area perché si aiutano le punte avversarie a portare pressione e a chiudere le linee di passaggio verso l’esterno. Se invece rimangono stretti, si obbligano gli attaccanti a una scelta. Invece quando aggrediscono sui centrali, il mediano (8) e il trequartista (10) si possono volutamente far marcare dagli interni in modo che gli esterni bassi, abbassandosi in linea palla, abbiano l’opportunità di ricevere (figura 6). Se invece 11 e 9 avversario lavorano sulle traiettorie, gli elementi 5 e 6 possono ricevere la sfera e iniziare la manovra (figura 7).

I concetti

La casistica mostrata nell’articolo è solo una “goccia” dentro un “mare” di potenziali situazioni. Risulta fondamentale il lavoro dell’allenatore che deve analizzare e organizzare di settimana in settimana la propria squadra. Sono fondamentali però i principi, ovvero:

  • le giocate sul piede smarcato del ricevente;
  • il controllo orientato (avanti, sul posto, dentro il campo, in diagonale…);
  • i tempi di smarcamento (indispensabili per avere la possibilità di gestire palla in funzione della giocata successiva).

A differenza del gioco manovrato dalle retrovie che abbiamo provato a proporre, ricercando la palla avanti veloce, si hanno degli indubbi vantaggi sulla potenziale penetrazione (tagliando fuori almeno un reparto), ma al contempo la velocità d’esecuzione, le traiettorie della palla, la densità avversaria consentono un minor controllo della partita, aumentando il numero delle palle perse. I passaggi in sicurezza, quelli all’indietro e/o laterali, consentono, al contrario, di gestire il match e costringono gli avversari a difendere il campo con tutti gli effettivi, che ogni volta dovranno prendere una decisione tattica con i problemi del caso. Spetta, quindi, all’allenatore capire quando e come impostare questi avvii, tenendo sempre in considerazione le peculiarità dei propri uomini e quelle degli avversari.

Autore: David Sassarini.
Foto: Italyphotopress.

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