In che modo e perché attuare la marcatura preventiva per evitare pericolose ripartenze e “bloccare” gli avversari nella propria metà campo.
Tutti siamo affascinati dallo sviluppare un gioco propositivo, un gioco di “comando” che esalti platee e stadi. Per fare ciò dobbiamo avere ben chiari dei princìpi e come vogliamo svilupparli. Il mantenimento del possesso palla come rapporto di relazione tra compagni è un principio da perseguire in quest’ottica, indipendentemente dal sistema o dalla dislocazione con cui mettiamo in campo i nostri giocatori. Per effettuare un possesso efficace dobbiamo avere calciatori con caratteristiche di tecnica applicata importanti come smarcamento, passaggio, ricezione e avere ben chiare le altezze di campo dove effettuare il mantenimento del possesso e il perché.
Le zone di campo
In ogni settore del terreno di gioco, che possiamo dividere partendo dalla nostra porta e andando in verticale ogni 35 metri circa, in zona di costruzione, di manovra e di finalizzazione, dobbiamo provare a creare una chiara superiorità numerica in fase di palleggio. Questa sarà tradotta come uscita dalla pressione avversaria in zona di costruzione. Come palleggio di preparazione per attaccare la porta avversaria in zona di manovra. Come gestione della palla per attaccare la porta avversaria in zona di finalizzazione. È fondamentale distinguere questi spazi cercando di costruire una superiorità numerica settoriale, per avere un prolungato possesso palla, sapendo però che – in caso di perdita della sfera – potremmo avere settori in cui gli avversari si troveranno in parità o in superiorità numerica. E questo non è un aspetto da tralasciare.
Per chiudere gli avversari nella propria metà campo dobbiamo, attraverso il palleggio, passare dalla zona di costruzione a quella di manovra, per arrivare alla conclusione. Pertanto, se vogliamo agire in tal modo, bloccando con più calciatori la linea difensiva avversaria, di certo non possiamo puntare tutto su un gioco diretto e fatto solo di verticalizzazioni immediate. Inoltre, vi è l’esigenza di saper giocare in difesa anche uno contro uno perché se vogliamo avere superiorità numerica in fase di palleggio allo stesso tempo dobbiamo saper marcare preventivamente i calciatori avversari che riteniamo possano far ripartire l’azione o far salire la propria squadra, eludendo la nostra pressione con palla.
Di cosa si tratta
Questo atteggiamento tattico nel linguaggio calcistico, che deve essere inteso come linguaggio universale comune, viene chiamato “marcatura preventiva”, concetto che ovviamente non deve essere scomposto dal contesto delle situazioni di gioco, ma visto e analizzato come parte integrante della fase di possesso palla e che si riscontra anche nei calci piazzati a nostro favore, dove è più semplice partecipare effettivamente all’azione marcando i calciatori avversari che, come detto in precedenza, possono far ripartire l’azione. Nella figura 1 un esempio con palla in movimento (con le tre zone), nelle figura 2 e 3 su palle inattive a favore. Questi sono solo esempi che esprimono il concetto di marcatura preventiva, ma ognuno può interpretarli come meglio desidera a seconda della situazione e del contesto.
Per attuare una marcatura preventiva è fondamentale l’atteggiamento mentale della squadra e del calciatore a livello individuale, inteso come aggressività. Inoltre, bisogna conoscere i concetti di marcamento, di intercettamento, che troviamo nell’insegnamento della tecnica applicata o tattica individuale. Dobbiamo anche prendere in considerazione la postura del corpo del difendente e la collaborazione tra compagni, che troviamo nell’insegnamento dei princìpi di tattica in fase di non possesso. È essenziale poi valutare tempo e spazio di gioco, che sono “nome” e “cognome” del calcio, e le letture e l’interpretazione delle situazioni individuali in relazione ad avversari e compagni.
Atteggiamento mentale e aggressività
Il calcio è sicuramente uno sport agonistico. Ciò che nutre l’agonismo è l’aggressività, logicamente ben educata e finalizzata a un gioco di comando, propositivo e di pressione. Vogliamo sempre che il nostro calciatore sia votato a “rubare” palla, anticipando l’avversario o sporcando le linee di passaggio.
Il marcamento
È un elemento di tecnica applicata o tattica individuale. Per un corretto marcamento è fondamentale una buona presa di posizione. Questa, un altro comportamento di tattica individuale o tecnica applicata, è l’atteggiamento del giocatore difendente che si frappone tra l’avversario e la propria porta. Per una corretta presa di posizione bisogna tenere in considerazione alcuni elementi come l’intelligenza calcistica, le capacità coordinative, la valutazione spazio-temporale e l’orientamento. Il termine marcamento è riferito essenzialmente all’azione di controllo dell’avversario.
L’intercettamento e l’anticipo
Sono due atteggiamenti tattici che consentono al giocatore difendente di attaccare la traiettoria di passaggio eseguita da un avversario. L’anticipo viene eseguito durante il marcamento di un attaccante, mentre l’intercettamento non presuppone necessariamente la presenza del diretto oppositore. La riuscita dell’intercettamento dipende dalla capacità della lettura situazionale da parte del difendente per mezzo di una corretta presa di posizione, delle capacità coordinative (orientamento, anticipazione motoria e valutazione spazio-temporale) e di quelle condizionali (capacità di reazione e la velocità). L’azione di anticipo deve essere eseguita solo nel caso in cui il difensore sia sicuro di prendere palla, è fondamentale che tenga in considerazione il principio tattico in fase di non possesso della “priorità e cautela”.
La postura del corpo
Non è catalogata in nessun paragrafo di tecnica e tattica calcistica, ma è un atteggiamento fondamentale per avere più vantaggi a intervenire in una determinata azione. Piede sinistro o destro avanti e orientamento del corpo sono determinanti per togliere e prendere spazio e tempo all’avversario.
La collaborazione tra compagni
La collaborazione tra compagni è un principio di tattica che consiste nel rinforzare verbalmente tra i giocatori di reparto o tra i reparti, letture di situazioni di gioco e proposte di gioco codificate. Questo deve avvenire, in modo continuo, sia in gara sia in allenamento.