Sfruttare l’ampiezza del campo è una soluzione per mettere in difficoltà la fase difensiva avversaria. Quali movimenti utilizzare e come proporli in allenamento.
Una strategia che una squadra può adottare (ma non certo l’unica) per l’attacco alla difesa avversaria è la ricerca dell’ampiezza, cioè il tentativo di aprire le maglie dei difendenti allargando il gioco. Il modulo che più si presta all’adozione di tale modalità operativa è il 4-2-3-1. Anche se, sottolineiamolo subito, è opportuno partire dai princìpi e non dai sistemi di gioco. Perché il 4-2-3-1? Per varie ragioni.
Analizzando la disposizione statica di questa organizzazione, infatti, è possibile notare come le corsie esterne siano presidiate da 2 uomini per lato (il terzino e l’ala, che in questo caso è più un attaccante che un centrocampista) a discapito di quanto accade in zona centrale, dove, soprattutto in fase difensiva, il lavoro grava di fatto sulle spalle di due soli elementi (i mediani).
Proprio la presenza degli esterni bassi comporta un vantaggio ulteriore per tale sistema rispetto ad altri che fanno del “gioco in ampiezza” la loro peculiarità; ad esempio, il 3-5-2 prevede sì che i due esterni, vista la presenza di 3 centrocampisti centrali, possano estremizzare l’allargamento del gioco (posizionandosi sempre nei pressi della linea laterale), ma la mancanza di un elemento in grado di sfruttare la sovrapposizione determina talvolta una certa orizzontalità e dunque prevedibilità della manovra.
Proprio la sovrapposizione del terzino, infatti, è una giocata determinante per creare superiorità sull’esterno e arrivare più facilmente al cross.
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