NUOVE METODOLOGIE, VECCHIE TRADIZIONI

NUOVE METODOLOGIE, VECCHIE TRADIZIONI

Una riflessione sull’evoluzione delle metodologie d’allenamento sia di tipo tecnico-tattico sia di tipo fisico. Alcune proposte.

Sono nato e cresciuto con il calcio dell’oratorio, eccezionale allenamento delle capacità coordinative e della tecnica. Poi, sono arrivato a quello professionistico dei primi anni ’80, dove erano predominanti i duelli e le marcature a uomo; una “disciplina” a volte rude, pratica, fatta di pochi fronzoli e molta sostanza. Ero ancora giocatore quando la filosofia di Arrigo Sacchi e la zona faceva la sua comparsa in Italia. Quindi, mi sono evoluto grazie agli insegnamenti di un grande tecnico qual è tutt’ora Alberto Zaccheroni. Ho smesso di giocare nel momento in cui tutti eravamo ormai padroni del 4-4-2, della difesa a zona, dei concetti di palla coperta e scoperta, delle diagonali difensive, delle coperture a L, degli sviluppi undici contro zero.

Perché, direte, questa digressione personale?
Per un motivo fondamentalmente: per far capire che un allenatore, come nel mio caso, ma penso che valga per molti colleghi, abbia attraversato nel suo percorso, a qualsiasi livello, diversi momenti storici, che hanno lasciato tracce importanti. E fermarsi a riflettere su quanto vissuto, sperimentato, provato, è importante per vedere con un occhio diverso il futuro.

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