Gestire per i difensori una situazione in fascia laterale che prevede sovrapposizione e inserimenti non è mai semplice. L’analisi delle diverse casistiche e alcune modalità di azione.
Una delle azioni più caratteristiche del calcio è quella che prevede uno sviluppo in fascia laterale e un cross in area, con conseguente attacco della porta da parte di uno o più calciatori, con l’impatto, spesso di testa, del pallone e il gol. Anche in questo caso, come nella stragrande maggioranza delle situazioni, esistono diverse scuole di pensiero sul tipo di lettura che debba effettuare il calciatore che si trova a crossare (“Guardo o non guardo in area?”, “Stoppo la palla e la metto?” oppure “Crosso di prima?”) e ultimamente sta prendendo piede anche una teoria secondo la quale non converrebbe crossare perché il numero di gol segnati con questa modalità sarebbe statisticamente inferiore rispetto agli attacchi frontali dell’area, con relative imbucate e uno-due. Il Barcellona di Guardiola, ad esempio, con Messi falso nueve, non crossava quasi mai e – conquistato il fondo su un lato del campo – andava a riorientare la giocata verso il centro, per provare a superare la retroguardia avversaria in un’altra maniera. Un’azione altrettanto caratteristica sul tema è rappresentata dal “rientro” verso la zona centrale da parte di un esterno alto, con relativa giocata importante.
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