Un calcio offensivo, moderno e piacevole quello che propongono i biancazzurri secondo il concetto di liberazione e occupazione degli spazi. Il lavoro dal punto di vista fisico e le esercitazioni consigliate dal mister per chi si confronta coi “dilettanti”.
Stefano Pioli, classe 1965: una vita sui campi. Prima da giocatore, con – tra l’altro – tre stagioni alla Juventus e una Champions, un’Intercontinentale e una Supercoppa europea in bacheca. Poi, una “gavetta” da allenatore importante, lunga, iniziata alle giovanili del Bologna. E ora… una big. Sì, perché la sua Lazio ha qualità. Lo dice lui stesso: «La società ha operato bene sul mercato, ha preso degli elementi giusti per la nostra idea di gioco, per lo schieramento che avevamo in mente. Con giovani molto interessanti. E poi abbiamo iniziato a lavorare in anticipo: abbiamo saputo presto di venire a Roma e ci siamo organizzati studiando giocatori e osservando le partite disputate.» Parla al plurale il mister, parla a nome dello staff. Perché ci crede davvero nei suoi uomini. I preparatori Matteo Osti e Francesco Perondi, il fidato secondo Giacomo Murelli, il collaboratore tecnico Davide Lucarelli e gli uomini messi a disposizione dalla società, il mister dei portieri Adalberto Grigioni, l’analista tattico Jesse Fioranelli e i due preparatori Adriano Bianchini e Alessandro Fonte.