Visto la grande disponibilità di conoscenze al giorno d’oggi, è fondamentale utilizzare un nuovo ordine terminologico. Questo per trovare un linguaggio comune e condiviso tra tutti gli allenatori e soprattutto coi bambini.
Il progresso tecnologico, dirompente e inarrestabile, sta esponendo la società a un cambiamento evidente al quale ci si deve necessariamente adattare. Molteplici informazioni ci giungono e ci arricchiscono, ma diventa sempre più difficile gestirle e tradurle in conoscenze. Anche in ambito calcistico, continue sollecitazioni neuroscientifiche e psicologiche rendono doverosa una rilettura degli argomenti e una discussione su metodologie d’allenamento che sembravano consolidate. Allo studio e alla sperimentazione vi sono teorie, metodi e nuove proposte che riguardano rispettivamente i processi di apprendimento e le prestazioni sportive. Come orientarsi in questa ricerca pedagogico-sportiva? Il calcio offre molte occasioni per approfondire comportamenti di tipo relazionale e operativo. Ha una propria dimensione contestuale, un proprio linguaggio e si presta a essere studiato e sperimentato. Vediamo ora in particolare un argomento molto dibattuto dagli addetti ai lavori, ovvero il dualismo tra “analitico” e “situazionale”.
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