Le strutture
Di seguito, per concludere l’articolo, vi propongo alcune strutture da usare per le esercitazioni sulla ball mastery:
- la griglia – gli allievi possono lavorare all’interno del quadrato oppure sulla linea del perimetro del quadrato stesso. In un primo momento il dimostratore posto fronte al gruppo sarà l’allenatore, con il tempo verrà sostituito a turno dagli allievi che assumeranno tale ruolo (figura 4);
- il conetto di riferimento – agli esercizi di ball mastery si può alternare un gioco che vede, al comando dell’allenatore, gli allievi lasciare palla e prendere il posto di un compagno: “Chi è l’ultimo ad arrivare sulla palla?” (figura 5);
- griglia a specchio – in una struttura ben precisa gli allievi svolgono esercizi di sensibilità l’uno fronte all’altro; man mano che le abilità saranno acquisite alcune combinazioni possono prevedere di scambiarsi simultaneamente il pallone adeguando ritmo e tocchi al compagno (figura 6); nelle figure 7 e 8 alcune strutture nelle quali può essere svolto sia un lavoro statico sia uno dinamico, legato a figure o forme geometriche (7) oppure a spazi liberi (8);
- il quadrato – all’interno di uno spazio del genere, sicuramente abbastanza ampio, due allievi possono sfidarsi liberamente nelle tecniche di possesso; in una prima fase vi sarà una pressione parziale, dove il giocatore in possesso dovrà difendere il pallone dallo sguardo del difensore (il quale non potrà correre ma solo camminare). Nella seconda la pressione sarà totale, il difensore è attivo: vince chi riesce, al termine di un minuto, a conservare il possesso della palla (figura 9);
- il campetto – dentro uno spazio come quello in figura 10 due allievi si sfidano in un duello 1>1; chi è in possesso palla, prima di dare vita al confronto, deve effettuare semplici ma continui tocchi di sensibilità sotto l’occhio vigile del difensore. Il duello ha inizio al segnale dell’allenatore. Nella figura 11, concludiamo con un esempio di ball mastery eseguita prima di un gioco situazionale di 1>1: la partenza non è più solo il semplice tocco di palla in avanti, ma una sequenza di tocchi prestabilita dall’allenatore. Nell’esempio specifico l’allievo effettuerà una doppia rullata prima con un piede poi con l’altro, inframezzata da un leggero tocco di interno (3) per arrestare la palla.
Il consiglio di Coach B
Per chi vuole perfezionare le proprie tecniche al di fuori dal rettangolo verde.
Come avviene per la scuola, anche per il calcio è necessario un costante esercizio per raggiungere i massimi livelli di apprendimento. Diventa così necessario/utile riprendere a casa alcune esercitazioni di ball mastery per affinare e migliorare continuamente il proprio talento. Non servono grandi spazi o particolari attrezzature, ciò di cui abbiamo bisogno sono due metri quadrati (va bene qualsiasi superficie) e un pallone di qualunque dimensione. Dedicare almeno 15-20’ al giorno ai compiti a casa con impegno e costanza deve diventare una buona abitudine per tutti coloro che ambiscono a migliorare la propria tecnica. La cultura dell’allenamento deve uscire dai confini del campo sportivo, deve essere portata a casa, al parco o in qualsivoglia luogo dove dedicare un po’ di tempo all’affinamento della tecnica individuale e del proprio talento.
Foto: Michele Tusino.
Duelli e finte
Il 18mo libro della Collana de “Gli Indispensabili del Nuovo calcio”. Il libro di Andrea Biffi, già allenatore nei settori giovanili di Atalanta e Milan, ora al Monza, è unico nel suo genere. Un qualcosa di particolare, tra storia, tecnica, didattica, esercitazioni… Insomma un volume davvero speciale, che qualsiasi allenatore dell’attività di base, e non solo, deve assolutamente leggere. Un testo che abbina alla spiegazione delle finte dei grandi campioni una serie di disegni “in movimento” realizzati dall’autore, coi consigli esecutivi. Numerose le esercitazioni per allenare i duelli e le prime forme di collaborazione tra giocatori. All’insegna di fantasia, creatività e libertà.