Quello che salta subito all’occhio, però, è la staticità dell’esercizio e la mancanza della parte situazionale, ovvero l’assenza dell’avversario che in quel momento ha condizionato le scelte e l’azione del campione; nel nostro caso l’opponente verrà sostituito dal materiale disposto lungo il percorso. Per provare a rendere tutto più realistico possiamo avvalerci anche del fattore temporale, ovvero completare il percorso entro un determinato lasso di tempo in modo da dare al bambino quella sensazione di scappare dall’avversario e per fargli trovare la concentrazione e la determinazione che potrebbe provare in partita.
Non dobbiamo focalizzarci con la riproduzione di gol attraverso solo dei percorsi, ma ritengo molto utile replicare quelle segnature in cui si utilizza un solo gesto per liberarsi dell’avversario. E andare al tiro: per esempio mi vengono in mente Vieri in Inter-Parma, Henry in Arsenal-Man. United, Ronaldo in finale di Coppa Uefa Inter-Lazio e anche il recente gol di Scamacca in Milan-Sassuolo.
Possiamo introdurre questo tipo di esercitazioni all’interno delle nostre sedute per sostituire un percorso tecnico oppure in una fase di tiri in porta. Un consiglio: per non perdere tempo in allenamento, comunicate in anticipo ai ragazzi il gol che da riprodurre, in modo che possano guardare il video a casa e arrivare al campo già pronti (e carichi!). Di seguito alcune reti che sono riuscito a “inventare” tutte tratte dalla Coppa del Mondo.
La pratica
Il gol del secolo
In Argentina – Inghilterra (Messico 1986) Maradona riceve palla spalle alla porta e si libera di due avversari (controllo a chiudere con interno sinistro verso il cono e successivo cambio di senso con la suola sinistra – 1) per poi iniziare l’azione in solitaria scappando dai due rivali con un tocco in avanzamento di esterno sinistro. Conducendo il pallone, si trova un nuovo opponente che supera con una finta (prima dell’asta/paletto, finta di corpo con uscita verso sinistra – 2) e all’altezza del limite dell’area batte l’ultimo difensore (in corrispondenza dell’ostacolo, palla sotto e salto dello stesso – 3).
Quindi si ritrova solo davanti al portiere. Invece di tirare, come fece a Wembley nel 1979 sempre contro l’Inghilterra, decide di dribblare il portiere in uscita e di buttarsi in scivolata per coprire la palla dall’avversario. Così deposita il pallone in rete (spinta della sfera dentro alla porticina e aggiramento a destra fuori dalla porticina stessa per scivolare e calciare con esterno sinistro – 4). In figura 1 la rappresentazione grafica.
Baggio!!!
È il 19 giugno 1990, Stadio Olimpico di Roma, va in scena la sfida tra l’Italia e la Cecoslovacchia per il primo posto del girone A. La partita si sblocca al 10’ grazie alla rete di Schillaci, il gol della sicurezza arriva al minuto 78 e porta la firma di Roberto Baggio. Le parole di allora di Bruno Pizzul: «…tra due avversari, sulla ribattuta Giannini… è a terra un giocatore cecoslovacco… Giannini dà a Baggio… è a terra Bielik… triangolazione… Baggio… Baggio che converge… Baggio Baggio Baggio… finta di Baggio… tiro… grandissimo gol di Baggio!»
Giannini recupera il pallone e si gira per rivolgersi verso la porta avversaria (esecuzione di una “Rivelino” per voltarsi e controllo del pallone col sinistro – 1), quindi conduce e con una finta di corpo evita il primo avversario per servire Baggio (in prossimità del cono effettuare una finta di corpo uscendo a sinistra – 2) per poi proporsi in avanti. Baggio lo vede e gli chiede la collaborazione per liberarsi di due rivali (triangolo con il primo passaggio che transita tra i due paletti – 3).
Ricevuta palla, Baggio inizia l’azione personale: guida verso il centro e salta il primo opponente intervenuto in scivolata (palla spinta sotto l’ostacolo e salto – 4) per poi affrontare il secondo e liberarsene con una finta (in prossimità del cono forbice esterna per uscire a destra con l’esterno destro – 5). Quindi si ritrova libero di andare al tiro (conclusione di interno collo destro sul primo palo – 6). Nella figura 2 la sequenza.
Gol di Gerrard
La partita è Inghilterra-Trinidad & Tobago di Germania 2006. Gerrard, libero dalla marcatura e con le spalle alla porta, riceve palla da Beckham dalla fascia destra e riconosce di aver campo aperto verso la porta (controllo con interno destro all’indietro e contemporanea rotazione del corpo di 180° – 1). Trovandosi al limite con la porta frontale, evita un avversario con un cambio di direzione, utile per spostarsi il pallone sul piede sinistro (in corrispondenza della fila di coni, “taglio” di interno con il piede destro – 2) e lascia partire un forte tiro e preciso sul secondo palo (calcio di collo piede sinistro – 3). La proposta in figura 3 chiaramente può essere svolta anche sull’altro lato del campo.
Carlito’s way
Tevez in Argentina-Serbia (Germania 2006) si allarga sulla fascia sinistra per ricevere il pallone da Riquelme e inizia l’azione in solitaria. Supera il primo avversario, Gavrancic, entrato in scivolata (conduzione e in corrispondenza dell’ostacolo, palla sotto e salto del giocatore – 1) e successivamente vince il rimpallo sul contrasto con Duljaj (tocco di esterno destro tra i 2 conetti e aggiramento esterno sul lato destro – 2). A questo punto l’argentino si ritrova da solo davanti al portiere e decide di indirizzare il pallone sul secondo palo (tiro di precisione con interno destro tra il palo e il cono – 3). Il percorso è mostrato nella figura 4.
Autore: Davide Ferraro.
Foto: Italyphotopress.