I duelli collaborativi e… la festa del Santo

I duelli collaborativi e… la festa del Santo

Andrea Biffi

Dove si mangia in due, si mangia anche in tre

«E se dobbiamo divertirci e far divertire, un ulteriore compagno in più non può che arricchire il nostro modo di far festa, cantare da soli è unico, in coppia è fantastico, in una band di tre elementi non può che essere meraviglioso – afferma Coach B. Più soluzioni, più scelte, più comunicazioni e più interazioni nella vetrina del 3>1. Certo è una situazione di gioco al quanto semplice vista l’abbondante superiorità numerica, ma il focus è indirizzato sul facilitare la collaborazione e quindi la promozione di strategie comuni per raggiungere un obiettivo. Grazie all’aiuto dei soliti stratagemmi – i vincoli – che ci permettono di far uscire i bambini dalla loro zona comfort, possiamo scoprire un gioco collettivo brillante, divertente e fantasioso.» Aggiungendo al precedente duello un altro jolly, gli allievi saranno chiamati a risolvere una situazione 3>1 (duello Iniesta) che comporta qualche obbligo prima di realizzare un punto. «Personalmente, per favorire le collaborazioni a più giocatori, con i più piccoli preferisco duelli di questo genere – una sorta di “possesso orientato” verso uno o più obiettivi – anziché i classici torelli (figura 3).»

Transizioni a quest’età, ma siamo seri?

Il gioco ben studiato, le regole che guidano alla scoperta istintiva e il divertimento che nasconde l’apprendimento, sono solo alcuni elementi che ci portano ad assumere comportamenti inconsapevoli che illuminano la strada dell’apprendimento in modo più efficace rispetto a mille spiegazioni teoriche. La funzione del gioco come mezzo educativo è tale quando il bambino migliora il proprio agire e in base alle esperienze accumulate, arricchisce e combina le strategie per arrivare allo scopo (gol, recuperare il pallone…). Fin dai duelli individuali svolti nei mini-campetti, la continua alternanza di ruoli in base a chi è in possesso del pallone e chi no, porta in modo naturale ad affrontare il tema della transizione, cambiare in un secondo la propria strategia di gioco, da “possessore” a “cacciatore” della palla o viceversa, porta i bambini a essere più attivi, folgoranti e combattivi.

«La velocità con la quale si può alternare la transizione offensiva e difensiva nei duelli Iniesta è invidiabile, soprattutto nelle sfide a numeri ristretti, in particolare, in tema di collaborazione mi riferisco a qualche duello un po’ più articolato rispetto ai precedenti, ad esempio un 2>2 + jolly (figura 4). In questo caso è interessante osservare come non sia più solo un giocatore nella sua individualità ad adattarsi a un prima e un dopo, ma che sia una coppia a organizzare una strategia comune in continuo cambia- mento – “Abbiamo la palla… ora non l’abbiamo più… l’abbiamo di nuovo…”.»

Le transizioni nascondono un aspetto non banale del sa- per collaborare e comunicare, diventa determinante nei bambini sollecitarle in modo naturale, quasi istintivo; adattare le proprie azioni, coordinandole con i compagni, implica già nei giocatori in tenera età forme di comunica- zioni verbali e non.

I duelli Iniesta

L’ambivalente direzionalilità dei duelli Iniesta aiuta da un lato a esplorare più campo, ad avere più frecce all’interno del proprio arco, più soluzioni, più scelte e nel caso dei duelli collaborativi, una maggior ricerca nella dinamicità del gioco e dei giocatori stessi all’interno dei campetti. Lo smarcarsi in qualsiasi zona per segnare in una delle due porte, agevola e semplifica la volontà del bambino nel cercare uno spazio che non sia per forza solo ed esclusivamente in avanti; infatti, lo spazio e la porta alle sue spalle sono zone che verrebbero battute con più difficoltà giocando i duelli classici. La formula dei duelli Iniesta soffia in direzione del “gioco e mi muovo”, terminologia tanto amata dagli allenatori: in questo caso i bambini esplorano questo continuo concetto di muoversi per il campo in modo naturale e istintivo. Dice Andrea: «È ovvio che in un primo momento non sarà l’ordine che cercheremo, quanto la volontà di creare un continuo dinamismo. In sostanza, è utile che i piccoli giocatori capiscano attraverso il “fare”, che per un difendente sarà molto più difficile controllare un avversario incessantemente in movimento piuttosto che uno saldo nella sua posizione. Di conseguenza il continuo muoversi, implica maggior comunicazione da parte dei giocatori.»

La lezione di Andrea è stata super-interessante, coinvolgente… tutta d’un fiato. E le sue parole coi ragazzi mai banali. Grazie Coach Biffi per quello che ci hai trasmesso.

La pratica

Duello Iniesta 1>1

Prima di dar vita al duello vero e proprio, il giocatore blu trasmette palla al rosso. L’obiettivo è fare gol in una delle porte difese dai portieri (figura 1).

Duello Iniesta 1>1 + jolly

Il gioco ha inizio quando il giocatore in possesso effettua un passaggio al jolly, il quale deve obbligatoriamente rigiocarla al compagno. Da questo momento il duello è privo di vincoli. Il jolly agisce solo con chi ha la palla; l’obiettivo rimane sempre quello di segnare in una delle due porte (figura 2).

Duello Iniesta 1>1 + 2 jolly

Si tratta di un 3>1 con l’obiettivo di segnare nel minor tempo possibile: in una prima fase i jolly giocano solo nella metà campo di competenza, in seguito possono muoversi liberamente per il campo. Il vincolo? Entrambi i jolly devono toccare palla prima del gol. Si può segnare nelle due porte (figura 3).

Duello 2>2 + jolly

È una battaglia, si fa gol solo nella porta frontale, unico obbligo il primo passaggio al jolly che dà via al duello (figura 4).

Foto: Francesca Grana.
Disegni: Andrea Biffi.

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