Il duello Iniesta

Il duello Iniesta

Andrea Biffi

I duelli inganno

Predisponiamo i nostri campetti affinché i partecipanti possano duellare in spazi idonei a sperimentare senza difficoltà finte per i cambi di direzione e inversioni di marcia. Ogni campetto non deve avere file più lunghe di 5 allievi, quindi, esclusi i portieri; le condizioni ideali sono di formare gruppi da 10 elementi per ogni campo. Passo numero due: aumentiamo le finalità da raggiungere. Non più una sola porta da attaccare, ma due o addirittura tre, ad esempio. In questi duelli dobbiamo coltivare il carattere esplorativo del bambino all’atto pratico. Il gioco non è più vedo la porta, tiro e faccio gol, come accadrebbe in un duello classico, il concetto è un po’ diverso: “inganno” con qualità l’avversario e scelgo quale obiettivo attaccare, con la possibilità sempre di cambiare idea. “Non ho spazio per calciare? Effettuo una Cruyff e attacco veloce un’altra porta!”; “Sono nuovamente chiuso? Riparto per raggiungere ancora il primo obiettivo!”.

In sostanza, i bambini devono prendere coscienza che alle loro spalle o ai loro fianchi c’è “vita”; allo stesso tempo il buon allenatore non si accontenta e ricerca quel fare particolare con la palla tra i piedi che noi amanti dei virtuosismi desideriamo coltivare (gesti non banali, finte spettacolari e cura nel trattamento della palla con ogni parte del piede); poi dobbiamo pretendere che con coraggio lo sperimentino durante le gare.

Immaginate quante sterzate, quante Rivelino o quanti arresti con la pianta del piede… Sintetizzando potremmo dire che è necessario incentivare i bambini a cambiare obiettivo per esplorare più zone del campo attraverso l’utilizzo delle finte dei grandi campioni (figura 4 nella sezione “La pratica”). Non deve essere insolito sentire in questi casi l’allenatore suggerire: “Tommy, ci sono due porte!”; oppure: “Edo, abbiamo ingannato poco!”; o ancora: “Paola inganna con le finte!”.

Si può fare…amigo!

È il titolo di un film western del 1972; dimostra come certe imprese per essere portate a casa necessitino di collaborazione, il che vuol dire, in soldoni, aggiungere un compagno che ci permetta di prendere altre decisioni, di conseguenza nuove scelte, nuove soluzioni che combinino azioni individuali a quelle collaborative. L’arrivo di un compagno – con l’obbligo del passaggio immediato per dare via al gioco – dà maggior slancio al modus operandi del bambino/esploratore (e questa volta anche senza il pallone tra i piedi!). Il compagno infatti deve necessariamente smarcarsi a 360° per il “campetto”; così si obbliga il giocatore ad aumentare il proprio campo percettivo. Destra, sinistra, davanti e alle spalle, il mio compagno potrà andare ovunque per aiutarmi. L’aggiunta di nuovi stimoli percettivi combinati ad alcuni vincoli, sono l’escamotage per rendere i duelli ancor più dinamici, ricchi e imprevedibili, riconducendoli sempre più vicino alla realtà della partita. Nel paragrafo “La pratica” i duelli inganno con un compagno (figura 5) e i duelli inganno 2>2 + jolly (figura 6).

Apparecchiamo tutto e bene

Lo ripeto, predisporre le nostre esercitazioni al meglio vuol dire facilitare l’esperienza formativa dei nostri allievi: semplicità, chiarezza, attenzione per i dettagli e regole chiare sono i pilastri per ogni proposta pratica per i nostri piccoli calciatori. Delle porte e dei portieri ho parlato in quasi tutti i duelli che ho portato come esempio. Permettono di essere più vicini alla realtà del calcio e sono decisamente più divertenti per i giocatori (chi non vorrebbe fare gol al portiere? Chi non sarebbe motivato davanti a questo?). Sono, però, consapevole che non è sempre possibile disporre del materiale necessario; in più vi dico una cosa: cambiare non fa mai male, anche perché cambiano le gestualità tecniche per raggiungere gli obiettivi. E allora spalanchiamo le porte alla linea di metà, alle porticine dove guidare palla in velocità oppure ai conetti da abbattere.

La modalità per fare punto può essere lasciata al libero arbitrio dei partecipanti oppure decisa dall’allenatore. Ad esempio, per abbattere il conetto deve essere necessario eseguire un tiro con l’interno del piede non oltre la zona franca (una piccola area di rigore) oppure solo con un colpo di rabona o di tacco. O ancora: in caso di porticine laterali, i duellanti le devono attraversare necessariamente eseguendo una Ronaldo chop alla massima velocità o utilizzando un tocco con la pianta del piede.

Non dimentichiamo che dobbiamo alzare il livello tecnico dei nostri bambini; se da un lato il nostro obiettivo tattico è che i giocatori cambino scelta (ingannando il più possibile l’avversario ed esplorando un’altra zona di campo), dall’altro non scordiamoci che in ogni esercitazione dobbiamo tirar fuori qualcosa di tecnico (la “ciccia”); ad esempio, nei duelli per conquistare le linee di meta o le porticine da attraversare, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione in particolare sulla guida della palla in velocità, con un occhio alla qualità dei tocchi e non solo all’efficacia. Non accontentiamoci del punto, del gol, ma di come i nostri bambini arrivano a farlo.

La pratica

Duelli Iniesta con un compagno
Il giocatore in possesso palla può fare gol in una delle due porte difese dal portiere ingannando più volte il suo avversario (figura 4). Obiettivo intenzionale: cambiare idea con le finte dei campioni. Obiettivo inconsapevole: scoprire ed esplorare lo spazio.

Duelli Iniesta 1>1 + jolly
Il giocatore in possesso palla può fare gol in una delle due porte difese dal portiere, l’azione ha inizio con il passaggio del pallone al jolly (figura 5). Obiettivo intenzionale: cambiare idea con le finte dei campioni e collaborando creativamente con il compagno. Obiettivo inconsapevole: muoversi nello spazio per smarcarsi.

Duello Iniesta 2>2 + jolly
I giocatori si sfidano in un 2>2 con la possibilità di collaborare con il jolly (figura 6). Obiettivo intenzionale: giocare velocemente per sfruttare la superiorità. Obiettivo inconsapevole: muoversi nello spazio per smarcarsi.

Foto: Italyphotopress.
Disegni: Coach Biffi.

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