Tutto quello che c’è da sapere su chi vuole intraprendere questa professione. I consigli di 8 esperti sul tema.
L’osservatore calcistico, nella veste di talent scout, ricerca gli atleti di talento ideali e/o funzionali per la società nella quale lavora. Nonostante questo tipo di concezione sia veritiera è, per alcuni aspetti, obsoleta. L’osservatore moderno, infatti, si ritrova il più delle volte a valutare calciatori già scoperti invece di… scoprirli. A conferma di questo, in alcune organizzazioni di club, ritroviamo i “segnalatori”: sono scout con il compito specifico di ricercare prospetti interessanti, appunto da segnalare ad altri osservatori, per valutazioni più approfondite.
Le motivazioni che hanno portato a questa nuova sfumatura del ruolo rispetto al passato sono diverse:
– il numero elevato di società, squadre e calciatori presenti sul territorio;
– la sempre più anticipata, in termini d’età, ricerca e selezione di giovani calciatori;
– il crescente numero di osservatori.
Tutti questi elementi fanno sì che l’osservatore non sia sempre all’apice della filiera della selezione, parliamo in questo caso dello “scopritore” a tutti gli effetti, ma collabori con il team ai fini di individuare il “calciatore obiettivo”, ovvero il profilo talentuoso, utile, che rispecchia le esigenze e i parametri richiesti dalla società. Quando, dunque, un giovane riesce a coronare il sogno di diventare calciatore professionista, ecco che compaiono diversi “padri” scopritori. Se da una parte questo è frutto del desiderio di notorietà di alcuni, dall’altra è determinato dal fatto che un giovane, nel suo percorso formativo (carriera), può aver incontrato più osservatori che, credendo nel suo potenziale, hanno contribuito a consentirne la progressione di categorie e livelli fino al calcio che conta.
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