Come utilizzare le “regole” di un gioco elettronico famoso negli anni ‘80, il Simon, per migliorare le capacità motorie e tecniche dei giovani giocatori. A tutto divertimento.
Un bambino attento impara meglio e più velocemente”. La letteratura è ricca di studi e ricerche che dimostrano come il livello di apprendimento sia proporzionale al grado di coinvolgimento nell’attività svolta. Eppure sia gli insegnanti sia molti genitori continuano a lamentare difficoltà di concentrazione e di esecuzione dei compiti assegnati. Il calcio non è certo immune a questi problemi: gli educatori (genitori, “maestri” e allenatori) devono quindi trovare le leve giuste per incidere sulla crescita dei bambini e dei ragazzi, dando loro la possibilità di accrescere il bagaglio di esperienze, cono- scenze e competenze. Purtroppo il tempo a disposizione, soprattutto per gli tecnici, è davvero poco e quel poco va sfruttato al meglio: non possiamo sprecarlo urlando e supplicando l’attenzione degli allievi oppure proponendo richieste “noiose” e ripetitive.
Il superamento della metodologia di allenamento tradizionale e il propagarsi nei settori giovanili di quella integrata, che abbraccia tutte le aree “formative” per un giovane calciatore (tecnica, motoria, tattica e cognitiva), hanno permesso lo sviluppo di esercitazioni sempre più funzionali al calcio. L’attenzione rivolta all’anticipazione motoria, l’avvento delle neuroscienze e delle loro teorie relazionate al nostro sport deve spingerci a proporre ai ragazzi un adeguato carico cognitivo in tutte le esercitazioni della seduta.