Perché sfruttare proposte ludiche di vario genere per migliorare anche gli aspetti tattico-strategici coi bambini più piccoli del settore giovanile.
L’UEFA, in riferimento ai “piccoli” calciatori, ha stabilito che ogni bambino ha il diritto di divertirsi e giocare, di essere circondato da allenatori e persone competenti e di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi. Non sempre, purtroppo, questi punti vengono rispettati. Infatti, penso sia capitato a molti, quando ci si ferma anche casualmente presso un centro sportivo, di assistere ad allenamenti, soprattutto quelli riguardanti l’attività di base (il periodo più importante per la formazione del futuro calciatore) coi bambini che passano gran parte della seduta ad ascoltare lunghissime spiegazioni dell’allenatore oppure in fila ad attendere il proprio turno per eseguire ogni volta un esercizio di pochi secondi. Mi è successo anche di notare, in altre realtà, un largo uso di circuiti tecnico-coordinativi, che non hanno i tempi morti delle file, che sono utili per migliorare tecnica e coordinazione, ma – se ripetuti con troppa frequenza – diventano poco stimolanti per lo sviluppo sensoriale e dell’intelligenza di gioco nel bambino, oltre a essere privi di quello spirito ludico, che crea entusiasmo, interesse e partecipazione.
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