L’attivazione tecnica con la palla è una soluzione di facile attuazione per incominciare bene la seduta con gli Esordienti… a tutta tecnica.
Nella fase iniziale di un allenamento spesso si sottovalutano una serie di fattori che incidono sul rendimento del giocatore nei momenti successivi della seduta. Parliamo di fattori di tipo psicologico, fisico e caratteriale. Ad esempio, è necessario ricordare che i ragazzi escono spesso tardi da scuola, fanno uno spuntino veloce e via di corsa in auto per non arrivare tardi. La loro vita è scandita da numerosi impegni, quasi come quella di un adulto.
Cosa fare quindi appena giungono al campo? Una valida proposta può essere quella di proporre un’attivazione tecnica con la palla, utilizzando un pallone per ciascun ragazzo (rapporto 1:1). In modo da catturare da subito l’attenzione e impostare una parte tecnica che li concentri sul calcio, tralasciando il resto della giornata appena trascorsa. Perché c’è da gestire con piacere e divertimento il proprio pallone. Inoltre, i giovani giocatori possono presentarsi con leggere differenze di orario, dovute a diversi impegni. Quindi in fase di riscaldamento è bene prevedere un’esercitazione elastica, che, a prescindere dal momento dell’ingresso in campo dei ragazzi, possa essere allenante per tutto il gruppo.
I quadrati
Per un’efficace attivazione tecnica con la palla, si può sfruttare un esercizio in spazi ristretti, dei quadrati (figura 1), coi ragazzi che possono disporsi nel loro settore con la propria sfera. Qui, sempre vigilati dall’allenatore, possono “esplorarlo” a loro piacimento e senza eccessivi vincoli. In questa prima parte della messa in azione, infatti, è importante unicamente dare un ordine ai ragazzi nelle diverse “gabbiette” di cinesini e lasciarli soli a sperimentare diverse gestualità tecniche. In questo modo alcuni giocatori proveranno a palleggiare, altri ancora si eserciteranno nel controllo o semplicemente opteranno per una guida nello spazio. Questo breve momento iniziale consente loro di “liberare la mente” e, dopo qualche minuto, essere più ricettivi nei confronti delle richieste dell’istruttore, che avrà modo di incidere maggiormente coi propri insegnamenti. Un altro vantaggio è quello di controllare un gruppo numeroso modulando il numero dei quadrati a seconda della presenza dei ragazzi.
Obiettivo sensibilizzazione
Terminata questa fase introduttiva ed esplorativa, il primo fine diventa la sensibilizzazione e la padronanza della palla. Si invitano i ragazzi a “toccare” l’attrezzo con tutte le superfici del piede in modo ripetuto e ad alta intensità. La ritmizzazione, l’equilibrio e il continuo contatto con la sfera permettono al ragazzo di sviluppare una confidenza con lo strumento fondamentale del gioco del calcio (figura 2). Non sottovalutiamo queste proposte di dominio, che sono uno dei pilastri fondamentali per le fasce d’età in oggetto. Se i calciatori non sono in grado, ad esempio, di alternare esterno e interno piede o di muovere palla nel quadrato con un tocco di suola o ancora di accarezzarla anche sul posto con le differenti parti del piede, difficilmente potremo chiedere loro un controllo orientato, un tiro o un passaggio.
In linea generale, infatti, quello che proponiamo all’interno dell’allenamento è lo specchio di ciò che avverrà in partita. Non dobbiamo meravigliarci se la nostra squadra non sa gestire la palla, se non abbiamo prima svolto tale intervento durante la settimana. Troppo spesso copiare quanto avviene nel “calcio dei grandi” porta a pensare al giocatore degli Esordienti come a un adulto in miniatura. Dimenticando così che a questa età i ragazzi devono incentrare l’attenzione ancora sugli schemi motori, sulle capacità coordinative e intellettive. La loro età viene definita a livello motorio “età dell’oro”, perché si riesce a incidere anche in modo enorme sulle capacità di apprendimento. Ecco che gli stimoli – come in questa attivazione tecnica con la palla – devono essere i più svariati per sviluppare in contemporanea numerose attitudini.
Esploriamo i dintorni
Alla fine del secondo momento, si possono invitare i ragazzi a effettuare una guida nel traffico cercando sempre di mantenere alta la loro attenzione con accorgimenti particolari. Per esempio, alzando un braccio e indicando con le mani un numero che il gruppo deve dire a voce alta, oppure facendo cambiare il piede di conduzione a un preciso segnale. Il tutto evitando compagni e segnacampo. Avremo il giocatore che nel “traffico” si distrae, perde palla o al contrario cerca le zone meno affollate per non avere difficoltà nella conduzione, ma queste sono indicazioni che un istruttore deve essere capace di recepire sia a livello calcistico, sia sotto il profilo caratteriale.
Al segnale del mister ogni elemento deve tornare nel suo “quadratino” e, a seconda dell’ordine di arrivo, si potranno dare bonus o penalità per gli ultimi arrivati (figura 3). Il medesimo setting è diventato ormai un contenitore riconosciuto dal gruppo. Quindi, si dividono le squadre con i giocatori nei differenti corridoi e, a seconda dell’obiettivo tecnico, si possono organizzare gare di guida palla o passaggi. Un esempio per quanto concerne la conduzione può essere una staffetta con molteplici varianti, sia essa diagonale o rettilinea imponendo cambi di direzione con una specifica parte del piede. Per la trasmissione è possibile disporre i ragazzi frontalmente per organizzare una gara di passaggi, sia con diverse parti del piede, sia eventualmente a tocchi comandati (figura 4).
La competizione
È importante inserire in questo momento dell’allenamento una gara perché il ragazzo ha ormai preso coscienza dello spazio di lavoro, ma è concentrato sul campo e sulla gestione della palla a sua disposizione. Perciò, per incrementare le difficoltà, si può ricercare una competizione che stimoli il singolo calciatore ad agire in diverse situazioni tecniche in regime di sfida. Lo spazio e le proposte contenute in questo articolo sono la base nel quale modulare ogni gesto tecnico. Infatti nei medesimi corridoi è possibile lavorare sulla rimessa laterale, su finta e dribbling e rappresentano una zona che si modella a molteplici esigenze. In questi piccoli quadrati, di dimensioni regolabili a seconda delle fasce di età, si può impostare ogni lavoro, sbizzarrire la propria fantasia, ma iniziare ad agire tecnicamente mantenendo alta la concentrazione dei ragazzi e correggere in modo mirato il gruppo.
Le esercitazioni
Prima fase
Si gioca con una palla a testa, all’interno del proprio spazio. Si alternano liberamente una serie di esercizi di guida e dominio con diverse parti del piede: palleggio, dominio con interno ed esterno piede, pianta o guida libera. Questo in attesa che il gruppo arrivi al campo al completo dopo gli impegni scolastici.
Seconda fase
L’allenatore detta i tempi per il dominio della palla. Si può incominciare con la rullata dal tacco alla punta, arrivando a una apertura pianta-interno preceduto da una finta a forbice, ad esempio. È importante passare dal semplice al complesso (figura 2).
Terza fase
Si tratta di una guida nel traffico con obbligo di rientrare nel proprio quadrato a un segnale specifico (figura 3). Variante: invitare i ragazzi a colpire la palla di un compagno, senza però perdere la propria in modo da escluderlo dalla zona di gioco. In questo modo si sviluppa anche un principio di contrasto e difesa palla.
Quarta fase
Si esegue una trasmissione al compagno frontale e si segue la traiettoria della palla (figura 4). Varianti: si consiglia di utilizzare diverse parti del piede da usare nel passaggio e nel controllo. Si può giocare solo a due tocchi; non si cambia più fila, ma l’elemento “da solo” agisce di prima intenzione.
Autore: Francesco Crisanti.