Il giovane calciatore impara secondo modalità non sempre sequenziali. L’imprevedibilità del gioco e le opportune modifiche all’ambiente da parte del tecnico possono fare la differenza.
Nel periodo di lockdown, durante webinar e video-incontri, in alcuni siti di allenatori e nei principali social media, si è più volte sentito dire che l’apprendimento non è lineare. Questo è stato anche il titolo di una giornata di formazione organizzata dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, attraverso i Centri Federali Territoriali e rivolta ai tecnici e collaboratori regionali, all’interno di quella occasione di confronto e formazione denominata #distantimauniti, che ha avuto un prosieguo anche con video-incontri con tecnici e dirigenti delle società. Ma cosa significa che “l’apprendimento non è lineare”? E quali sono le conseguenze dal punto di vista didattico per l’allenatore di giovani calciatori?
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