Allenare i bambini più piccoli dell’attività di base non vuol dire copiare quanto si fa coi più grandi. Significa costruire un percorso incentrando l’attenzione sui reali bisogni dei giocatori: divertimento, gioia e capacità coordinative.
Quando vediamo una grande giocata, un dribbling vincente, un tiro di straordinaria precisione, una parata “d’istinto”, ci chiediamo che storia, che esperienza ci può essere dietro tali azioni. Certamente un bambino che muove i primi passi in una Scuola Calcio sogna di dribblare come Pepito Rossi, Cristiano Ronaldo, Lionel Messi; di parare come Buffon, Casillas, ma il patrimonio motorio alla base delle fantastiche prestazioni di questi fuoriclasse solo con grande difficoltà, oggi, può essere raggiunto. Ridotti spazi di gioco libero, tempi scolastici troppo dilatati, calo demografico, esplosione dei mezzi di comunicazione virtuale e, non ultimo, l’esagerato tecnicismo già nelle prime fasce d’età, creano ostacoli insormontabili a una formazione motoria adeguata a sostenere tali performance.