Una serie di proposte pratiche per contestualizzare la situazione di 1>1 e avvicinarsi a ciò che accade in gara.
Nell’articolo del mese di dicembre sull’1>1 a squadre, la mia preoccupazione riguardava il fatto di trasmettere ai bambini, attraverso un semplice 1>1, che ogni situazione deve essere vista in un contesto di squadra e non solo singolarmente. “Devo dare il massimo per superare l’avversario per me stesso e per i miei compagni, per la mia squadra”: questo il messaggio che doveva passare. I giochi proposti sottolineavano quindi questo aspetto, ma non facevano i conti con la contestualizzazione nel campo.
A inizio stagione, con questo tipo di esercizi, durante le gare il gruppo squadra si vedeva. I bambini però provavano le proprie tricks, ma riuscivano difficilmente a “trasportare” l’esercitazione in partita, e, cosa ancora più importante, le loro scelte avevano quasi sempre e comunque una soluzione individuale, nonostante tutto. Non sapevano quando tentare il dribbling e quando invece rinunciare allo stesso perché in una situazione poco favorevole. O più semplicemente, attirati dal piacere della giocata, preferivano quest’ultima sebbene non fosse necessaria, con il risultato della perdita del possesso. Ecco, sì, la squadra l’avevamo “formata” in allenamento, ma come potevamo sfruttarla durante un incontro?
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