L’Atalanta Mozzanica

L’Atalanta Mozzanica

Ti capita di guardare le squadre giovanili del tuo club?
«Sì, spesso ci alleniamo sullo stesso campo della Primavera, quindi ho modo di dare un’occhiata anche a loro. L’anno scorso, ad esempio, avevamo due ragazze che erano pronte per la prima squadra e le ho convocate. Anche quest’anno ne ho portate tre in ritiro con noi, classe 1999, 2000 e 2001; devono ancora crescere, ma sono sulla buona strada.»

Ti ispiri a qualcuno in particolare?
«No, sono autodidatta. Mi informo, leggo e quando trovo qualcosa che mi interessa cerco di capire come inserirla nel calcio in cui credo. Certo, le esperienze avute al Milan mi hanno aiutato parecchio nella mia formazione.»

Qual è la tua filosofia di calcio?
«Mi piace il bel gioco e cerchiamo di raggiungere risultati positivi attraverso la manovra. Certo, senza soffocare l’estro del singolo; difatti, penso si debba fare il massimo per far emergere la fantasia e la creatività delle giocatrici. Ma oltre ai princìpi tattici, è fondamentale anche una buona tecnica di base.»

Questo è il secondo anno alla guida di una squadra femminile, cosa ci dici di questa esperienza?
«Devo dire che ho trovato un gruppo di ragazze molto volenterose e dedite al lavoro e al sacrificio. Non c’è la necessità di spronare le mie giocatrici per migliorare. Molte, anzi le donne in generale, si sentono sempre in competizione con loro stesse, a differenza dell’uomo che invece tende a dimostrare agli altri quanto sia forte. È una diversità importante.»

È cambiato il tuo atteggiamento nei confronti delle calciatrici rispetto a come ti relazionavi con i calciatori?
«No, o meglio solo in parte. Il mio intento è quello di creare un feeling con loro basato soprattutto sul rispetto dei ruoli e sulla fiducia. Sto cercando di far vedere loro i miglioramenti con i fatti, perché fare troppe chiacchiere non è produttivo, devono toccare con mano la crescita e i risultati sul campo.»

Quali difficoltà hai dovuto fronteggiare da quando sei alla guida di questa squadra?
«Sicuramente avere uno staff snello ed esiguo nel numero di componenti è stata una prima problematica da affrontare e una situazione nella quale, però, mi sono dovuto adattare. Come si dice? La difficoltà aguzza l’ingegno! Certo, mi piacerebbe avere chi si occupa della video-analisi di ogni partita, qualcuno che segua la nutrizione, qualcuno che curi l’aspetto psicologico delle giocatrici, ma se non hai a disposizione tutte queste figure, rimedi diversamente. L’aspetto positivo è che sono cresciuto molto sotto tanti punti di vista.»

Come organizzi la settimana di allenamento?
«Gli allenamenti solitamente durano un’ora e mezza e hanno diversi obiettivi a seconda dei giorni della settimana: il lunedì è dedicato alla resistenza tramite il possesso palla, il martedì alleniamo la forza con i circuiti, il mercoledì si fa velocità ed esercitazioni situazionali, il giovedì lo dedichiamo alle palle inattive e alla rapidità.»

Non manca mai il pallone a quanto pare…
«Sì, è al centro di tutto! Credo che il divertimento sia importante in ogni attività che si propone alla squadra e poi il calcio è uno sport specifico ed è fondamentale l’uso dell’attrezzo. In più è utile per colmare qualche lacuna tecnica ottimizzando i tempi.»

A proposito di sistemi di gioco?
«Ho sempre utilizzato il 4-3-3, ma il modulo dice poco del modo in cui vuoi giocare. Quello che conta è la filosofia di gioco e le interpretazioni che desideri. Il 4-3-3 si può fare in tanti modi. Quello che mi interessa di più è che le giocatrici abbiano le basi per stare in campo con delle certezze e con una determinata sicurezza. Certamente mi adatto alle loro caratteristiche, ma non si può prescindere da un calcio propositivo, offensivo, fatto anche di palleggio e gestione della palla.»

Quali obiettivi avete per questa stagione?
«Crescere ancora! Abbiamo iniziato il campionato con delle difficoltà: il calendario non ci ha favoriti, abbiamo incontrato club molto attrezzati, abbiamo inserito diverse giocatrici nuove e un periodo di assestamento era necessario. È normale che i princìpi di gioco non siano stati ancora assimilati completamente. Sono positivo però, vedo il bicchiere mezzo pieno e sono convinto che i risultati arriveranno e ci prenderemo delle belle soddisfazioni.»

Autore: Teresa Palopoli.
Foto: Michele Tusino.

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