Alcune proposte pratiche per le squadre che iniziano a confrontarsi col gioco a 11 utili all’insegnamento di principi e non schemi. L’importanza di far “pensare” il calciatore.
Esordienti secondo anno e Giovanissimi al primo anno, rappresentano le categorie dove avviene inevitabilmente il passaggio tra il saper fare individuale e il saper fare collettivo. Il consolidamento degli aspetti tecnici deve integrarsi con il saper giocare con il compagno in relazione dell’avversario e in spazi decisamente più ampi. Per procedere, quindi, nella formazione di un calciatore, che definiremo “pensante”, dobbiamo continuare su un percorso in cui il pensiero tattico è predominante. Il calciatore oggi è un insieme di componenti: lo si vuole tecnico, che abbia senso tattico (in grado di gestire bene le due fasi di gioco), con forte personalità e capacità fisiche (condizionali) importanti. Credo, dunque, che in età formativa sia necessario stimolare i ragazzi a prendere iniziative “riflettendo” su quanto compiere; devono incominciare ad assumersi delle responsabilità per migliorare gli aspetti tecnici, con particolare attenzione agli sviluppi cognitivi e alla crescita della personalità. In poche parole i calciatori devono avere coraggio di fare. Rischiando di sbagliare. Lo stesso Pep Guardiola sosteneva: “Ai miei giocatori dico sempre… prima sbagliate… prima imparate”.