Perché è conveniente nel settore giovanile impostare il gioco dal portiere. I vantaggi e le proposte per farlo indicati da Giovanni Valenti nel corso del suo intervento al nostro Master.
Si sales bien, puedes llegar a jugar bien. Si no lo haces, no hay ninguna opción”, con queste de parole Johan Cruyff definiva l’importanza di una buona fase di costruzione per far sì che una squadra giochi bene a calcio, cercando di avere il comando del gioco attraverso il controllo della palla. Questo è l’inizio dell’intervento di Giovanni Valenti, nella stagione scorsa al settore giovanile della Juventus, al nostro master.
La fase di costruzione
Spiega in merito Giovanni: «È quella sotto-fase del possesso palla in cui si cerca di progredire dalla zona di campo nei pressi della propria porta fino a raggiungere la metà campo offensiva. La costruzione può avvenire su rinvio dal fondo, su una rimessa laterale, ma anche su palla in movimento, per esempio dopo una riconquista in zona “bassa”, che per comodità chiameremo fase di ricostruzione».
Quali obiettivi? Come?
Il fine primario è quello di sfruttare la superiorità numerica garantita nella propria metà campo dal portiere, anche se – molto frequentemente – vi è pure quella offerta da un ulteriore giocatore di movimento, in quanto le squadre in non possesso sono solite tenere almeno un difensore in più rispetto al numero degli attaccanti avversari. È importante cercare di effettuare azioni sicure, per gestire il pallone, cercando però di “salire” nel modo più veloce possibile. Sarà dunque fondamentale trovare un equilibrio tra le modalità “sicura” e “veloce”, che nel calcio sono apparentemente in antitesi.
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