Una nuova rubrica in cui saranno mostrate e analizzate le principali esecuzioni tecniche del gioco del calcio.
Il calcio nasce come forma spontanea di gioco e come tale dovrebbe rimanere. La struttura complessa (e non complicata) del gioco stesso si dovrebbe allenare proprio attraverso la complessità in modo che il giocatore possa riconoscere in partita ciò che accade, vale a dire quelle situazioni che si ritrovano nel gioco stesso. L’allenatore deve saper osservare e comprendere le esigenze (tecnico-tattiche, condizionali e coordinative) del calciatore per migliorare le sue carenze o esaltare le sue qualità.
La tecnica è un’abilità o un insieme di abilità: si tratta di una serie di azioni eseguite senza controllo cosciente, che permettono al giocatore di effettuare con grande sicurezza e disinvoltura i movimenti richiesti dalla disciplina sportiva praticata. Quella calcistica è l’insieme dei movimenti, con o senza palla, che il calciatore compie durante la partita. Da un punto di vista didattico, il perfezionamento del giocatore sotto l’aspetto tecnico-tattico e sotto quello inerente lo sviluppo della sua destrezza, ai fini del gioco, non può prescindere dalla posizione e dall’atteggiamento dei compagni, nonché dalla dislocazione e dal comportamento degli avversari. Tuttavia, è di fondamentale importanza la tecnica in forma analitica, quella dei movimenti con il pallone, che viene chiamata “tecnica dei fondamentali”. Anche se l’allenamento deve essere orientato prevalentemente verso esercitazioni, cioè proposte in stretta correlazione con le situazioni di gioco, è un errore non lavorare sulle esecuzioni dei diversi gesti, vale a dire senza la presenza dell’avversario, ovvero per migliorare il rapporto uomo-palla. Cosa questa imprescindibile per riuscire a gestire l’attrezzo nelle situazioni di gioco stesse. Andiamo sì verso il “futuro”, con proposte situazionali o integrate, ma non dimentichiamo mai l’alfabeto… che è dato proprio dalla tecnica di base.