Come incominciare la seduta in modo interessante, proficuo ed efficace. Giochi di attivazione per Pulcini, Esordienti e Giovanissimi curate dal centro studi Coaching Calcio.
Cronologicamente parlando, partiamo dall’incipit, vale a dire dai processi di attivazione tecnica, motoria e neuro-cognitiva, che definiamo “giochi di attivazione” (ovvero “riscaldamento” o parte iniziale dell’allenamento).
La fase di attivazione
Questo momento, attraverso esperienze tecniche espresse in situazione di gioco, ha una serie di vantaggi su differenti livelli. In primis, la fase iniziale dell’allenamento non dovrebbe mai essere fine a se stessa o intesa solamente da un punto di vista fisiologico. Il primo obiettivo è far sì che l’approccio all’allenamento non sia vissuto come un atto ciclico, rituale o ordinario. È necessario cercare quindi di utilizzare nuovi stimoli e un carico cognitivo sempre maggiore, ideando esercitazioni coerenti con il fine della seduta.
Così facendo, l’allievo non eseguirà il riscaldamento come se fosse “automatizzato”, ma focalizzerà l’attenzione su quanto proposto, sia esso di matrice fisica, ludica, tecnico-tattica… Per tale motivo incominciare con semplici esercitazioni situazionali (come ad esempio giochi di possesso e partitelle a temi) determina, oltre all’attivazione neuro-muscolare, un coinvolgimento psico-emotivo dell’atleta importante. È evidente, poi, che in questa fase non si potrà richiedere un’intensità troppo elevata: quest’ultima dovrà essere crescente nel corso delle nostre proposte. Soprattutto nell’attività di base il “gioco iniziale” ha lo scopo principale di creare un clima positivo all’interno del gruppo, cioè trovare le condizioni favorevoli sulle quali far leva per ottenere la partecipazione e l’attenzione indispensabili per l’apprendimento. In mancanza di questo clima positivo i nostri allievi risponderanno con poco entusiasmo agli stimoli successivi e, di conseguenza, raggiungeranno livelli inferiori di prestazione rispetto a quelli sperati.
In tal senso occorre ideare un gioco che sia in grado di spingere il loro entusiasmo, convogliare la loro attenzione e (perché no?) incrementare la loro disponibilità allo “sforzo”. Quest’attività potrebbe comprendere richiami alle esperienze tecniche-motorie fatte negli allenamenti precedenti, così come anticipare il tema che verrà trattato (in modo da permettere all’allenatore di capire dove e come agire), oppure non avere alcuna finalità all’infuori del divertimento vero e proprio. Un gioco, in particolare, soddisfa tutte queste esigenze: la partita! Sfruttare delle partitelle libere (2>2, 3>3), in cui non vengono posti vincoli particolari, è forse una delle modalità ideali per iniziare una seduta.
Stimoli e obiettivi
Distinguiamo quattro stadi sui quali impostare la fase iniziale della seduta. Il primo lo definiamo come “orientamento energia”, ovvero l’attivazione di tutti processi fisiologici, aerobici e organici. L’obiettivo più importante è portare a un livello ottimale la temperatura della muscolatura più coinvolta nelle dinamiche motorie del calciatore. L’aumento della temperatura all’interno del muscolo incrementa l’irrorazione e migliora la capacità di produzione energetica durante l’attività fisica. È questa una delle ragioni alla base dell’ottimizzazione della performance dopo il riscaldamento. Le dinamiche all’interno di questo stadio devono tener conto altresì della temperatura ambientale (caldo o freddo) e della struttura muscolare
dell’atleta (distinguendo tra allievo dotato di una massa muscolare importante che, dunque, impiega un tempo superiore a riscaldarsi rispetto a un bambino). Il secondo è l’“orientamento attentivo”, cioè l’attivazione di tutti i processi mentali che il calciatore dovrà utilizzare durante la seduta: responsabilità individuale in termini di impegno, concentrazione e coinvolgimento attivo nei confronti degli stimoli e dei compagni di squadra. Il terzo possiamo chiamarlo “orientamento tecnico gestuale” e ha come fine quello di richiamare tutti i fondamentali calcistici che l’atleta dovrà contestualizzare all’interno delle esercitazioni.
Il quarto è il “preadattamento cognitivo”: significa porre degli obiettivi di natura tecnico-tattica che il giocatore dovrà utilizzare e interpretare correttamente e sui quali si fonderà l’obiettivo dell’allenamento.
La proposta
È chiaramente legata, in termini tecnici, cognitivi e fisiologici, alla fascia d’età con la quale lavoriamo e deve essere coerente con gli obiettivi della seduta.
Nei più piccoli (Pulcini) la matrice è di stampo ludico, occorre ricercare un atteggiamento positivo e collaborativo nel bambino che, come detto, sia in grado di stimolare l’entusiasmo, convogliare l’attenzione e incentivare la disponibilità allo “sforzo”. Nei Pulcini la maggior parte del lavoro ruota attorno al tema dell’individualità, gli obiettivi tecnici più importanti sono la conduzione e il dominio della palla e la capacità di risolvere efficacemente le problematiche dell’1>1. Per questo motivo il fine più importante è la conoscenza e il richiamo dei processi di “azione – reazione” della palla, l’apprendimento spaziale e delle difficoltà in termini di ostacolo/contatto con l’avversario. Se poi l’allenamento ruota attorno al tema dei processi di collaborazione, anche la fase di attivazione, in modo coerente, dovrà essere indirizzata sull’utilizzo del compagno per la risoluzione delle problematiche di gioco.
Nei più grandi, invece (Esordienti e Giovanissimi) la maggior parte del lavoro sarà sull’applicazione dei fondamentali tecnici all’interno delle situazioni di gioco, dell’interiorizzazione delle capacità tattiche individuali in termini di movimento e occupazione degli spazi, con e senza palla. Per questo i giochi di attivazione saranno un utile strumento per canalizzare l’attenzione dell’atleta attorno a questi argomenti, lasciando però maggiore autonomia e libertà ai giocatori e con un carico cognitivo che non deve essere massimale. Parleremo, dunque, di partite a temi o libere (a piccoli gruppi) che sviluppino la collaborazione per ricercare una gratificazione collettiva (punteggi, gol, vittoria del gioco).
I giochi d’attivazione, proposte pratiche
Ecco una raccolta pratica di sei giochi d’attivazione, divisi ovviamente per categoria.
Prima proposta (Pulcini)
I giocatori, ciascuno con un pallone, si dispongono su due lati adiacenti di un quadrato di dimensioni variabili (figura 1). Al via dell’istruttore partono insieme in guida con l’obiettivo di raggiungere quello opposto senza scontarsi con i compagni che provengono lateralmente. Per aumentare il livello di difficoltà basta chiedere ai giocatori di partire da tre o quattro lati contemporaneamente: in questo modo dovranno evitare compagni da ogni direzione. L’allenatore decide se sono permessi cambi di velocità e direzione, arresti e ripartenze…