Gli speciali de Il Nuovo Calcio – Master settori giovanili
La relazione dell’allenatore della Primavera del Milan, che ha indicato le modalità operative adottate nel club di appartenenza. L’importanza di avere un’idea comune e del lavoro situazionale. Alcune proposte pratiche nelle quali è centrale il contributo fornito dall’estremo difensore.
Dopo una breve presentazione delle sue esperienze, mister Lupi – che ha aperto il Master dedicato ai settori giovanili – ha illustrato quello che è avvenuto negli ultimi anni nel procedimento di crescita metodologica del settore giovanile del Milan. Ha parlato innanzi tutto di confronto, di mettersi in discussione: la sua non vuole essere una lezione vera e propria, ma un momento di condivisione di esperienze. Per quanto riguarda quanto è accaduto al vivaio rossonero, il tecnico della Primavera ha spiegato che in una prima fase si è cercato di capire le modalità operative di diversi top club europei che riuscivano a portare un numero elevato di giovani provenienti dal vivaio in prima squadra. Non certo per copiare, ma per immagazzinare più informazioni possibili e impostare un progetto teso a perseguire il medesimo obiettivo: formare giocatori di qualità che possano calcare i campi di Serie A, che possano essere protagonisti. E qualche risultato è stato già raggiunto, con gli esordi di Calabria, Cutrone, Locatelli…
Un’idea comune
Le linee guida di questo progetto tecnico evidenziano elementi e princìpi ben precisi che passano attraverso la gestione del possesso palla, la costruzione dal basso (“La possono fare tutti, anche i più piccoli, ciò che conta è come la proponi e la fiducia che dai ai ragazzi”), l’utilizzo del portiere come giocatore di movimento e il riconoscimento della superiorità numerica nelle varie zone del campo (aspetto determinante per un giocatore di livello)…
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