Una domanda che ogni tecnico dovrebbe porsi prima di qualsiasi aspetto tecnico-tattico e fisico. Quanto è importante dare continuità alle proposte settimanali in partita.
L’idea di questo articolo prende vita dalla richiesta di Ennio Bulgarelli in merito al suo libro “Settori Giovanili d’Europa 2”, nel quale mi ha domandato un intervento o meglio una riflessione. E ho provato a illustrare, dalla prospettiva di un giovane tecnico di settore giovanile, quello che si osserva nei nostri vivai, le possibili evoluzioni e lo stato dell’arte.
Una provocazione
“Dal lunedì al venerdì sono tutti olandesi. Il sabato ci pensano. La domenica tutti indietro e si salvi chi può”. È una celebre frase del paron Nereo Rocco, “tradotta” dal suo dialetto, che fa nascere spontaneamente un quesito: quanto incide sulla formazione del giocatore il pensiero tattico finalizzato al risultato della gara in un contesto di settore giovanile? Spesso, infatti, durante la settimana, i tecnici operano al meglio, creando contesti di gioco per i propri ragazzi coinvolgenti e tendenzialmente altamente formativi, poi si arriva al sabato o alla domenica che sia e subentra “il pensiero tattico finalizzato al risultato”. La conseguenza di questo è che l’espressione in partita è molto lontana dall’effettivo potenziale della squadra e comunque distante da ciò che si chiede ai ragazzi nelle sedute. Si può fare qualcosa? Probabilmente, è necessario partire da se stessi: il primo passo per un buon formatore non è quello di domandarsi se ciò che si sviluppa è in armonia con ciò in cui si crede? Successivamente, è necessario capire se, una volta stabiliti i propri obiettivi personali, questi siano strettamente legati al contesto al quale si propongono, in quanto è inutile allenare ragazzi di 10 anni riversando su di loro aspettative, obiettivi dell’istruttore, che rischiano di inibire il percorso di formazione del ragazzo.
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