Ad aprire l’approfondimento dedicato ai numeri uno è Gaetano Petrelli, che ha analizzato le prestazioni degli estremi difensori durante il Mondiale di Russia 2018: dai dati emersi sono nate considerazioni interessanti sull’evoluzione del ruolo e sull’allenamento. L’elemento più particolare ci dice che se il portiere tocca in media 44 volte la sfera in gara, 38 di queste lo fa con i piedi. Nonostante questo, va da sé che una parata decisiva non vale 10 esecuzioni coi piedi: quindi non bisogna perdere l’allenamento tecnico specifico del ruolo.
Mauro Marchisio, invece, ha indagato come disponibilità, tempo ed età siano le tre componenti fondamentali da tenere in considerazione quando si lavora con i portieri. L’autore ha poi definito le differenze di training che vi sono fra la prima squadra e il settore giovanile, nel quale vanno sempre tenute in considerazione le tre fasi dell’apprendimento. Infine, Catello Senatore offre una serie di esercitazioni che hanno come obiettivi la tecnica podalica, la presa, la lettura delle situazioni per trovare la giusta “postura” e l’uscita alta.