Un’interessante proposta pratica che permette di sintetizzare attività coordinativa, allenamento tecnico e situazionale in contesti in cui si deve lavorare con diversi portieri dell’attività di base.
Un solo allenatore, molti portieri e… poco spazio: è una situazione in cui possono incorrere molti allenatore dei numeri uno, in special modo del settore giovanile. Affinché una proposta d’allenamento risulti adeguata ed efficace, non bastano le buone idee. Bisogna organizzare e personalizzare le varie esercitazioni in base al numero, all’età e alle capacità degli allievi. Questo per stimolare le loro abilità e nello stesso momento puntare a correggere i gesti motori e tecnici. Purtroppo, però, vedere molti portieri in fila in attesa del proprio turno per una presa, un tuffo, un’uscita alta, con l’allenatore in affanno a calciare un pallone dopo l’altro, è frequente. E non è la strada migliore. Ecco perché, in tali situazioni, occorre pensare a qualcosa di diverso. Ricordiamolo sempre: il nostro fine deve essere quello di far diventare i ragazzi “protagonisti” della sessione di training attraverso lavori analitici o globali, in cui viene permesso loro di acquisire maggiore confidenza con l’attrezzo palla e con le situazioni di gioco.
IL GIOCO DELL’O.C.A
Lo avete presente? Si tratta di un percorso con una serie di compiti e azioni da svolgere con l’obiettivo di avanzare per la vittoria finale. L’acronimo O.C.A cade a proposito, perché possiamo riferirlo alle parole “Obiettivi, Compiti e Azioni”; quindi, può sintetizzare concet- tualmente ogni proposta d’allenamento. E può funzionare perfettamente per una proposta che utilizzeremo per porre rimedio al fatto di allenare tanti bambini in poco spazio. Infatti, è fondamentale per un allenatore in tale contesto operativo stabilire degli obiettivi da perseguire, affidare i compiti ai propri giocatori e chiedere loro le esecuzioni. Osservando il tutto e correggendo.
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