Alcune importanti considerazioni per allenare al meglio i numeri uno del vivaio. I prerequisiti, la valutazione, i metodi e le proposte pratiche.
Per affrontare l’argomento dell’allenamento del giovane portiere bisogna chiarire immediatamente che è completamente differente da quello un adulto. Infatti, fisico, esperienze, capacità non consentiranno mai al piccolo portiere o al giovane numero uno di svolgere esercizi da adulto anche se “tagliati” o “riveduti”. Tutto ciò è dovuto anche all’attenzione che gioca un ruolo fondamentale poiché soprattutto i più piccoli hanno difficoltà nel mantenerla costante: si acquisisce col tempo.
Il giovane numero uno ha necessità totalmente diverse: deve svolgere esercizi propedeutici, coordinativi, tecnici e tattici, che, secondo la sua crescita, si completeranno in seguito quando raggiungerà livelli di forza più importanti grazie alla maturazione fisica. Questa breve introduzione si completa di una riflessione che reputo di importanza assoluta: colui che allena il giovane portiere deve avere una profonda competenza del ruolo. Infatti, è l’allenatore che offrirà al giovane tutto quel bagaglio di conoscenze che faranno la differenza quando arriverà in prima squadra. È la formazione degli anni giovanili che genera il valore successivo.
Scopri di più sul numero di novembre: in edicola e disponibile anche attraverso abbonamento cartaceo e digitale.