L’importanza di questa qualità nel calcio e la possibilità di svilupparla con proposte con o senza palla.
Nel calcio la componente fisica gioca un ruolo di fondamentale importanza; proprio per questo tutte le capacità condizionali devono essere allenate con estrema precisione e con la massima cura. In un’attività di tipo aerobico anaerobico alternata come è il gioco del calcio, la resistenza alla velocità rappresenta un pilastro imprescindibile per assicurare un’ottimale sviluppo della prestazione nei nostri atleti. Con il termine resistenza alla velocità si intende la capacità di un soggetto di ripetere nel tempo azioni di elevata ed elevatissima intensità, intervallate da brevi pause di recupero. Il tutto senza che vi sia un peggioramento della perfomance stessa.
La componente relativa al lattato e al suo accumulo a livello muscolare ed ematico è sicuramente l’ostacolo principale. In un giocatore dilettante o professionista l’obiettivo primario, quindi, sarà quello di migliorare la capacità di sopportazione, di smaltimento e di utilizzo del lattato. Nel calcio, tuttavia, relativamente a quello che è il modello di prestazione, l’aspetto riguardante lo smaltimento del lattato diventa ancor più essenziale per quanto concerne il metabolismo anaerobico lattacido. La finalità principale di questa tipologia di allenamento sarà quella di abituare il muscolo a lavorare con un grado di acidità estremamente superiore a quello basale.
Due opzioni
La resistenza alla velocità può essere “condizionata” utilizzando sia esercitazioni prettamente fisiche “a secco” sia lavori specifici con palla. Nel corso degli anni vari studi di letteratura scientifica internazionale hanno dimostrato come alcune semplici proposte con il pallone, come per esempio il 3>3 o il 4>4 in uno spazio di campo ben definito (20 x 20 metri oppure 20 x 30 metri), fossero estremamente allenanti dal punto di vista della capacità e della potenza aerobica (Impellizzeri, 2006). Detto ciò, abbiamo provato a verificare il “peso”, per quanto riguarda il carico esterno, di una esercitazione tecnico-tattica su giocatori professionisti, paragonandola a un intervento a secco del tipo RSA, eseguito dagli stessi calciatori in una diversa seduta. Per monitorare gli allenamenti abbiamo utilizzato dei GPS, partendo dal presupposto che il controllo del carico interno, tramite il prelievo del lattato, prevede la strumentazione necessaria e la presenza di un medico.
L’esercitazione tecnico-tattica che abbiamo sfruttato è un 7>7 + 1 jolly in uno spazio di 30 x 20 metri con 6 sponde fuori dal rettangolo (vedi figura). Tale lavoro prevede 6 blocchi da 2’, ognuno intervallato da un macro-recupero di 45’’ dato dal cambio degli uomini. L’esercitazione “a secco” di RSA è costituita da diverse tipologie di sprint, in linea sui 10 metri, a navetta sempre sui 10 metri, con cambi di direzione ad angoli differenti (90°, 60°…). L’intensità richiesta chiaramente è massimale. Il singolo blocco è di 2’, per un totale di 4 blocchi (si osserva sempre un micro-recupero passivo tra le varie proposte di sprint, pari al tempo di lavoro, e un macro-recupero tra i blocchi di 45’’).