L’Atalanta è quarta. Il “miracolo” è quasi compiuto, anche perché il Genoa ha raggiunto la Roma al 90’ e tre punti di vantaggio a tre giornate dalla fine non sono pochi. La qualificazione alla Champions non è mai stata così vicina. Ma chi ha visto la partita del pomeriggio all’Olimpico, però, il termine “miracolo” non lo userebbe mai: l’Atalanta è una squadra che gioca senza paura, interpreta sempre il suo calcio, senza guardare il tabellone (risultato e minuto). E questo è un grande merito.
La superiorità atletica nei confronti degli avversari è straordinaria, il riferimento non è solo alla Lazio, ma a chiunque abbia provato a tagliare la strada ai ragazzi di Gasperini che volano in fascia e nella zona centrale con la stessa facilità e fisicità. Il pressing poi è devastante: impossibile ragionare, più facile buttare il pallone e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, come in occasione del gol del 2-1.
40 gol segnati in trasferta, 33 punti lontani da Bergamo: sono numeri da top club europei. E 40 gol in trasferta (lo vogliamo rimarcare), 6 più del City di Pep e del Liverpool di Klopp, ma anche 3 in più del Barcellona di Messi danno la dimensione della grandezza di un club per il quale l’aggettivo “straordinario” è sintomo di normalità.