Come sarebbe andata a finire tra Brasile e Messico è stato subito chiaro: una volta esaurita la carica agonistica, la squadra di Osorio non avrebbe potuto reggere contro un Brasile che non ha punti deboli. Il Belgio, invece, per battere il Giappone ha dovuto cambiarsi d’abito: Martinez ha abbandonato la formazione ultraoffensiva schierata al 1’ con una più equilibrata che ha rimontato lo 0-2 dei primi minuti della ripresa.
Tite, allenatore del Brasile, ha a disposizione una grande squadra: solida in difesa, concreta a centrocampo con elementi comunque dotati di ottimi tempi d’inserimento e un attacco che non avrà un centravanti dal fisico stellare, ma con Neymar, Willian e Coutinho (oltre a Douglas Costa) in grado di creare continuamente superiorità numerica. Contro il Messico, il primo merito del Brasile è stato non avere fretta: la sfuriata iniziale dell’avversario, che ha pressato e recuperato palla è stata gestita senza affanni.
Il Belgio, invece, ha giocato con sufficienza il primo tempo: dominio del campo, senza pungere particolarmente. Un errore, che poteva costare carissimo (come già successo alla Spagna)! Le due reti di inizio secondo tempo del Giappone, potevano chiudere la gara, invece sono servite a cambiare assetto al Belgio, con Mertens spedito in panchina a riflettere sul perché di una gara giocata senza convinzione!
E ora ci attende un’altra supersfida: Colombia-Inghilterra.