Due gol in tre minuti. La Juventus ribalta la partita con il Tottenham e conquista i quarti di finale di Champions in una serata che si stava mettendo terribilmente male.
Per ammissione degli stessi giocatori della Juve, gli inglesi hanno dominato per 50’ contro una squadra priva di idee e incapace di reagire, con Barzagli costantemente saltato da Son, Kane imprendibile per Benatia e Chiellini più Dale Alli che si materializzava sempre dove non c’era una maglia gialla. Per tacere di Eriksen. Difesa in difficoltà, centrocampo surclassato e attacco inesistente. Non c’è che dire, un bel quadretto.
Poi la Juve si è ricordata di essere una grande d’Europa, l’orgoglio di tutti e un paio di cambi di Allegri hanno fatto il resto. Asamoah terzino sinistro, Lichtsteiner a destra; Benatia acciaccato e un inutile Matuidi a riflettere in panchina. La squadra di Allegri ha iniziato a crederci, ha segnato con Higuain troppo spesso accusato di incidere poco nelle gare a eliminazione diretta, quindi il “Pipita” ha messo una palla fantastica per Dybala che per 67’ era parso un corpo estraneo alla partita.
La Juve, fredda, cinica e concreta da lì in poi ha ingabbiato la manovra inglese e ha chiuso tutti i corridoi. Ha protetto la propria area e ha dimostrato ancora una volta che quando c’è da soffrire il “gruppo” non ha rivali.
Al fischio finale di Marciniak (visto questo fischietto d’ora in poi sarà impossibile criticare i nostri) un lampo: la Juve aveva un piede e mezzo fuori dalla Champions. In tre minuti li ha rimessi tutti e due. Un segno del destino verso il palco della premiazione a Kiev?