Partiamo dal campo, lo preferiamo alle polemiche e alle interpretazioni. Il Milan, dopo aver vinto balbettando contro il Sassuolo, ha perso con l’Inter e ora pure con la Sampdoria. Squadra brutta, sconclusionata, messa sotto dagli avversari, ma Leonardo e qualche tifoso, si appellano alla mancata concessione di un rigore (Orsato ha rivisto l’azione al monitor…). Cosa stia accadendo a Milanello non è chiaro, ma non è difficile pensare che ci siano tensioni: Gattuso, malgrado abbia un contratto non solo per l’anno prossimo, non è stato chiaro sul suo futuro.
Ad Appiano Gentile, invece, la telenovela di Icardi non è ancora finita. La sceneggiatura dell’ulteriore puntata (che non può essere l’ultima…) porta la firma di Luciano Spalletti, che non ha convocato l’attaccante per la partita con la Lazio. Una decisione, che ha lasciato sbigottito l’avvocato Nicoletti, rappresentante dell’argentino, che tanto ha lavorato con Marotta per appianare la situazione.
Per giudicare bisogna essere nello spogliatoio. Lo ha detto Cambiasso, ma il silenzio della dirigenza nerazzurra sa di imbarazzo, perché Nicoletti è stato chiaro: “Noi non ne sapevamo nulla, io mi sentivo quotidianamente con Marotta…”. A pensar male si fa peccato (mi confesserò a breve), ma il comportamento di Spalletti non sembra essere quello indicato dai vertici della società. E sa di ritorsione, perché Icardi lo si poteva non impiegare dal primo minuto, ma visto che in panchina vanno undici calciatori una seggiola per farlo accomodare poteva esserci… Poi lo si poteva lasciare seduto come è stato fatto più volte con Francesco Totti. Ma questa è un’altra storia. Oppure no?