Mentre la Juventus si accinge a festeggiare il quinto scudetto consecutivo e il Napoli si vede costretto a difendere con le unghie il secondo posto, a Roma si vivono momenti di grandissima tensione.
Stabilire chi abbia ragione tra Luciano Spalletti e Francesco Totti non é semplice, anzi é praticamente impossibile, però quanto sta succedendo non é assolutamente bello. La Roma intesa come società ha il diritto di non rinnovare il contratto a un suo giocatore (che abbia 40 o 25 anni), l’allenatore ha il diritto di scegliere gli undici da far giocare e chi far entrare a partita in corso, però… Però lo stesso allenatore non deve minimizzare la prestazione di un suo calciatore, perché se decide di utilizzarlo é perché lo ritiene pronto per scendere in campo.
Che la carriera di Totti sia arrivata al capolinea é chiaro a tutti, che Totti debba lasciare é evidente, non é facile stabilire il quando. Perché “il pupone” una partita intera su certi ritmi non la regge più, non ha fiato e gambe per pressare o chiudere le linee di passaggio come si chiede agli attaccanti moderni, però ha piedi e idee per vincere e raddrizzare partite (fino a ora raddrizzare visto che Spalletti lo utilizza quando perde), giocando una ventina di minuti.
Per questo ritengo che l’allenatore più di andare in conferenza stampa a fare certe affermazioni, farebbe bene a ringraziare il suo calciatore, il simbolo della squadra. Dire che Totti non corre come gli altri é così tanto banale che talvolta sarebbe meglio tacere. E una banalità l’aggiungiamo anche noi: Totti calcia come nessun suo compagno é capace di fare. E, in uno sport nel quale si contano i gol e non i chilometri corsi, ha il suo peso.