Frenesia e impazienza sono i tratti distintivi del carattere dei giovani. Frenesia e impazienza sono pure i tratti distintivi dell’umore dei tifosi, spesso convinti che la squadra del cuore possa solo vincere, perché il pareggio è un’onta che esige la ricerca del capro espiatorio. Così chi oggi è campione, domani deve accontentarsi della rima denigratoria.
Massimiliano Allegri, dopo il pareggio con il Siviglia e la sconfitta di San Siro con l’Inter, per molti era solo un signore di mezza età parecchio fortunato. Ma tre partite, corredate da nove gol segnati e zero subiti, hanno rimesso le cose a posto, anche chi si era esposto maggiormente, ha dovuto ammettere l’errore di giudizio, perché la vittoria per 4-0 di Zagabria cancella definitivamente il recente passato.
Siamo convinti che criticare sia giusto, ma che gli appunti vadano sempre mossi con educazione e lucidità, a mente fredda, senza “bollare” di incapacità il prossimo. Allegri sta lavorando e sperimentando, è ancora alla ricerca della sua Juventus ideale, una ricerca che potrebbe anche protrarsi per altre settimane. Sette giorni fa abbiamo scritto che alla Juventus mancavano le gerarchie, tutti si sentivano titolari e alla seconda panchina gli esclusi si sentivano in dovere di “sbuffare”.
Allegri in questo inizio di stagione, non ha scelto la via più facile e più comoda, cioè lasciare tutto come era lo scorso anno, Max per puntare al traguardo più ambizioso è convinto serva qualcosa in più. Lasciamolo lavorare.