Da tempo nel calcio si parla di Superlega, un vero e proprio campionato europeo con squadre di Germania, Inghilterra, Spagna, Italia e le più prestigiose degli altri campionati.
Da quest’anno il sogno del calcio è stato realizzato dal basket: l’Eurolega (l’equivalente della Champions) è stata organizzata con 16 squadre che si sfidano in un girone all’italiana; 30 partite più i play-off, un campionato parallelo.
Bellissimo, perché spesso le partite si concludono in volata e visto il numero di incontri ravvicinati (nel week end si giocano i campionati nazionali) si difende meno e si pensa molto più all’attacco.
Questa Eurolega piace al pubblico, ma ha già irritato gli allenatori che sono concordi nel dire che ci si allena pochissimo, si viaggia spesso e le partite di alto livello così ravvicinate pesano sui giocatori, già mentalmente stanchi come se si fosse a marzo. A detta dei coach, il peso della doppia competizione si avvertirebbe già dopo poche giornate…
E sarebbe anche stato individuato il motivo: nella mentalità europea, il risultato è tutto e quindi sarebbe quasi vietato perdere, pena esoneri e cambi di giocatori (nel basket il mercato è sempre aperto).
Proprio per questo, il calcio, prima di tuffarsi nell’esperienza della Superlega, farebbe bene a seguire lo svolgimento dell’Eurolega, per capire sia una via perseguibile oppure se la Champions vada solo ritoccata e non stravolta.