Volevamo una bella partita. E una bella partita è stata. Alla fine ha vinto la Juventus, che non ha dominato, ma neppure ha corso grandi pericoli. Dallo “Stadium”, l’Inter non esce ridimensionata: si è vista una squadra che gioca con personalità, pressa alto e prova sempre a giocare la palla. Il lavoro di Pioli, rispetto a quello di Allegri, è appena iniziato, ma la mano dell’allenatore si vede.
La Juventus, che ha iniziato meglio dell’Inter, ma ha sofferto nella seconda metà primo tempo, ha dimostrato di poter utilizzare il 4-2-3-1 anche con avversari tecnicamente validi. Straordinario il lavoro di Mandzukic, che per 90’ corre e contrasta come fosse un esterno qualsiasi, non un attaccante (tra i migliori d’Europa) di 190 centimetri e 85 chili da portare a spasso tutte le volte che rincorre un avversario. Anche Cuadrado, suo il gol che ha deciso la partita, si sacrifica perché nella fase di non possesso aiuta Lichtsteiner è sempre accanto allo svizzero. Poi c’è Pjanic, non più solo centrocampista offensivo, ma giocatore a tuttocampo, come hanno dimostrato alcuni recuperi. E poi, quando recupera palla uno con la sua qualità, la ripartenza è di ottima qualità.
Per concludere la domanda delle cento pistole: è giusta la vittoria della Juventus? Sì, perché malgrado l’Inter abbia giocato una buona partita, la Juve ha creato un numero maggiore di pericoli: due traverse, almeno tre “superparate” di Handanovic contro un unico intervento di Buffon. La squadra di Pioli ha avuto coraggio e talvolta ha portato anche dieci giocatori nella metà campo avversaria, ma non è bastato a far correre brividi sulla schiena degli avversari.
Ha vinto la squadra più forte, ma chi ha perso ha buone ragioni per guardare al futuro con fiducia.