La Juventus l’abbiamo vista e pesata in settimana, perché la partita a poker (intesa come reti segnate) con il Genoa conta solo per la classifica della Serie A. In serata ci siamo gustati “El Clasico”, Real Madrid-Barcellona, partita magnifica nella quale abbiamo ammirato due formazioni fantastiche. Il Real, malgrado la sconfitta ha mostrato di essere super; il Barça e Messi (in pagella merita 9), vincendo, hanno fatto ampiamente capire che il futuro non è solo alle spalle.
Dopo aver visto Juventus, Real Madrid e Barcellona (ma anche il Chelsea contro il Tottenham), abbiamo fatto un paragone con Inter e Milan. Non è stato un esercizio di sadismo, ma un atto dovuto, perché fino a qualche anno fa le milanesi erano al livello delle migliori squadre d’Europa e, nelle intenzioni delle proprietà, c’è la rinascita.
L’Inter a Firenze ha giocato la peggior partita dell’anno: malgrado i quattro gol segnati è parsa una squadra priva di idee, di equilibrio e di spirito di sacrificio. I giocatori battibeccano, non corrono e questo produce effetti devastanti come i contropiedi micidiali della Fiorentina.
Il Milan avrà anche tirato in porta 15 volte come dice Montella, ma la sconfitta con l’Empoli getta nello sconforto. Non si offendano i toscani, perché c’è una differenza tecnica evidente tra le squadre (lo testimonia il risultato dell’andata), ma a gettare nello sconforto è la sufficienza con la quale il Milan ha giocato fino allo 0-2. Poi la reazione, che non è servita a raddrizzare la partita.
Allora sorge una considerazione: le due squadre sono da rifondare o quasi. Inter e Milan, schierano calciatori tecnicamente non all’altezza della maglia che indossano. E, peggio ancora, alcuni sono pure arroganti.
La rinascita forzatamente passa da una dirigenza forte che sappia inculcare una mentalità vincente e da una giro nella sala dei trofei. Quelli vinti dai loro “antenati”.