La storia ci insegna che c’era un Milan che non si fermava mai. Che, quando serviva, sapeva segnare anche poco prima o molto dopo il 90’. Per un po’, però, lo spirito di quel Milan allenato da Carlo Ancelotti era finito in soffitta.
Una decina di anni dopo, con Vincenzo Montella a capo di giocatori molto meno talentosi, quello spirito è stato riesumato. Perché Maldini, Nesta, Pirlo, Seedorf, Sheva, Kaka e Inzaghi nasci, non diventi. Ma se non sei stato baciato in fronte dal “Dio del calcio”, puoi fare altro. Ad esempio, non arrenderti. Mai. Soprattutto se stai giocando un derby.
Così a fine primo tempo e a trequarti di secondo tempo, l’Inter era convinta di conquistare i tre punti. Il meglio, il Milan, sembrava averlo dato prima del riposo, quando Candreva e Icardi avevano bucato Donnarumma, invece, per il popolo rossonero il meglio doveva ancora venire.
Gol di Romagnoli, Inter che prova a controllare la partita e al 97’ sull’ultimo corner, scaturito da un’azione offensiva che l’Inter poteva gestire meglio, è arrivato il gol del 2-2. Un gol che Orsato ha convalidato solamente dopo aver controllato l’impulso elettronico sul suo orologio. Un derby deciso dalla “Goal Line Tecnology”. E dal cuore del Milan di Montella.