Gigi Di Biagio, alla fase finale dell’Europeo Under 21, ci è andato con i migliori. E poco importa che abbia voluto anche Donnarumma, il vice di Buffon e Bernardeschi che ha giocato l’Europeo dei grandi l’anno scorso in Francia. Sì, perché raramente elementi che stabilmente sono convocati per la Nazionale vengono utilizzati nell’Under.
Carlo Tavecchio, presidente federale, è ambizioso, vuole che le nazionali, quando sono in giro per il mondo, dimostrino che il nostro calcio è vivo e abbonda di talenti. L’obiettivo non può essere partecipare, ma deve essere vincere, perché questi ragazzi devono farlo oggi con le rappresentative giovanili e dovranno farlo soprattutto domani, quando vestiranno l’azzurro più bello.
Di Biagio, così, ha portato in Polonia la squadra migliore, che secondo i bookmakers è inferiore a Spagna e Germania, ma secondo noi, mai come questa volta è attrezzata per riportare in Italia un titolo che manca dal 2004, quando battemmo in finale la Serbia.
La nostra Under ha potenzialità infinite, perché per una volta schieriamo ragazzi titolari in Serie A, abituati alle pressioni di un campionato che non sarà il più bello del mondo, ma continua a essere il più difficile, per le alchimie tattiche dei nostri allenatori.
E allora non ci rimane che attendere l’esordio con la Danimarca, prima di affrontare Repubblica Ceca e Germania, con la certezza che solo la vincitrice del girone approderà alle semifinali (la quarta squadra sarà la miglior seconda).
Di certo con Donnarumma (che ci auguriamo non risenta delle polemiche che hanno accompagnato il mancato rinnovo del contratto con il Milan), Conti, Caldara, Rugani, Barreca, Pellegrini, Gagliardi, Benassi, Berardi, Petagna e Bernardeschi non possiamo temere nessuno. L’esordio nasconde sempre molte insidie, ma servirà a far capire a tutti di che pasta siamo fatti.