Euro 2020, la manifestazione più rivoluzionaria della Storia, organizzata da Michel Platini, con partite in 12 stati differenti, sarà posticipata di un anno. E perché? Troppo facile rispondere a causa del Coronavirus.
La risposta è un’altra: i club che pagano i calciatori e che formano i campioni del futuro devono concludere i loro campionati. Senza il termine dei tornei nazionali, con possibili fallimenti a ripetizione rischieremmo di non vedere più Europei e Mondiali. E pure la Champions sarebbe meno attraente e coinvolgente (oltre che redditizia) di quanto lo sia oggi. La Champions vale poco meno l’NBA, il massimo spettacolo che lo sport possa offrire.
L’Uefa dovrà chinarsi alle volontà di Germania, Spagna, Inghilterra, Italia e anche Francia, quindi accettare le proposte che giungono dalle 5 principali leghe. Tutto compresso, tra il 2 maggio e fine giugno, magari con uno sforamento a luglio. Sempre ammesso che il Covid-19 dia tregua e si possa tornare a giocare una partita in completa sicurezza.
Più che completa sicurezza vorrei scrivere che si torni alla normalità. Ma questa non è facile da prevedere. Per quanto riguarda la Serie A, i presidenti dei nostri club dovranno far tutti un passo indietro, la gente, i tifosi non capirebbero. C’è troppa preoccupazione per la salute, come è tanta la preoccupazione che abbiamo per quando torneremo al lavoro come lo abbiamo inteso fino a un paio di settimane fa. Termini feroci per l’assegnazione dello scudetto, una battaglia legale per non retrocedere o entrare in Champions al posto di un altro club non sarebbe compresa. Anzi, perdonata… E tra un mese saranno in molti a dover chiedere “Scusa” per come hanno violentato l’Italia in questo periodo. E in quello precedente!