Il Milan va sul 2-0, poi crolla. Il Napoli, fino ad allora piuttosto confusionario, si sveglia e vince la partita. La sintesi della serata al “San Paolo”, semplicisticamente potrebbe essere qui. Ma l’analisi, ovviamente è più profonda.
Ancelotti prova a sorprendere Gattuso con un pressing alto, dal quale il Milan esce giocando palla a terra, senza riuscire a pungere. La rete di Bonaventura, splendida nell’esecuzione, è più simile a un colpo di fortuna che a una giocata provata a Milanello. Il Napoli vorrebbe pareggiare, ma in avanti non si capisce quali siano gli schemi, come si vogliano innescare gli attaccanti o come si liberino al tiro i centrocampisti.
Ripresa e Milan subito sul 2-0, perché la fase difensiva del Napoli non è da mostrare nelle scuole calcio: dov’era Mario Rui sul cambio di gioco? E perché Allan ha osservato Calabria al posto di contrastarlo?
Quando Zielinski si inventa la rete dell’1-2, il Milan perde certezze. Il Napoli pigia sull’acceleratore e Gattuso toglie Biglia (anonimo) per inserire Bakayoko (distastroso), che affossa un Kessie (deludente)… Zielenski fa 2-2, anche perché l’inserimento di Mertens per il 4-2-3-1 crea scompiglio ovunque.
Il Napoli continua a giocare, il Milan a soffrire. Dentro Laxalt, l’ideale potrebbe essere inserire Caldara al posto di Suso o Bonaventura e passare alla difesa a 3 per gli ultimi 10’, ma Gattuso non ci pensa o se ci pensa arriva prima la rete del Napoli. La vittoria di Ancelotti è meritata, anche se (e ci mancherebbe) c’è da lavorare parecchio. Gattuso dice che i suoi sono stati polli nell’andare a pressare alto in maniera sconclusionata e nel farsi infilare. Sinceramente, a preoccupare deve essere la totale assenza di gioco offensivo: Higuain meriterebbe di ricevere qualche palla in più.