Quando al 44’ del primo tempo Mario Mandžukić ha segnato il gol del vantaggio della Juventus sull’Empoli, non avrebbe mai immaginato che quella rete avrebbe praticamente ricucito lo scudetto sulla maglia bianconera. Perché è proprio così: la vittoria della Juve e la contemporanea sconfitta del Napoli a Udine, che ora è a meno 6 a 7 giornate dalla fine del campionato, ha di fatto chiuso il campionato.
La rimonta della squadra di Allegri non solo è riuscita, ma sta assumendo il contorno di qualcosa in più di una marcia trionfale: 61 punti su 63 a disposizione nelle ultime 21 partite.
A Napoli, con una pesante squalifica che incombe su Higuain (lo stop potrebbe essere di 3 giornate), si farebbe meglio a pensare a giocare più che a protestare preventivamente: scendere in campo alle 12.30 non è simpatico, questo è chiaro a tutti, però lo stesso disagio lo provano anche gli avversari, non solo gli undici ragazzi di Sarri. E ora, c’è a rischio pure il secondo posto, perché la Roma è la squadra che sta meglio di tutti (Juventus compresa…).
La vittoria nel derby, è stata nettissima, ma ugualmente non mancheranno le polemiche: Spalletti ha lasciato Totti in panchina per tutti i 90’, una scelta lecita, che è parsa una prova di forza dell’allenatore e della società, intenzionata a far chiudere la carriera al giocatore che più di ogni altro ha fatto la storia del club. Detto del cambio di panchina in casa Lazio (buon lavoro a Simone Inzaghi), ha dell’incredibile il suicidio collettivo di Fiorentina (pari con la Samp), Inter e Milan (sconfitte da Torino e Atalanta).
L’avevamo scritto qualche settimana fa: scudetto alla Juve, il Napoli avrebbe dovuto fare attenzione alla Roma; Fiorentina quarta, Inter quinta e Milan di rincorsa. Ora aggiungiamo: attenzione al Sassuolo.