Mario Mandzukic ha segnato dopo 8’, Higuain, che non dovrebbe mai calciare i rigori, ne ha tirato uno al 40’ con l’esito simile a quelli che hanno deciso la Copa America, quindi l’immancabile gol di Cristiano Ronaldo. Insomma, la Juventus dimentica gli ultimi 5’ con il Manchester United e si lascia alle spalle anche il Milan, che le ha provate tutte (compreso giocare con le due punte), ma ha dovuto arrendersi alla superiorità della squadra più forte d’Italia.
San Siro si era vestito a festa, come solo lo stadio milanese sa fare, ma non è bastato, perché questa Juventus è troppo forte: non cambia nulla se togli Bonucci e metti Benatia; lasci in panchina Khedira e schieri Bentancur e pure se Cuadrado è ai box per la febbre e inserisci Dybala, che non ha la sua corsa. Allegri ha solo l’imbarazzo della scelta, cosa che manca a Gattuso sia per sfortuna (troppi gli infortunati) sia per la qualità degli interpreti del gioco. Certo, il Milan poteva pareggiare segnando il rigore per il quale c’è anche chi invoca il secondo giallo a Benatia, ma Higuain non è un rigorista e lo dimostra anche in rossonero (dopo averlo fatto intendere con Napoli, Argentina e Juventus). In questi casi con il “Pipita” serve polso: “No, tu non tiri”.
Nel pomeriggio l’Inter è stata surclassata dall’Atalanta: prevedibile, perché Gasperini è alla quarta consecutiva, la squadra gioca e Ilicic dimostra di essere un super, mentre il Barcellona ha prosciugato le energie dei centrocampisti di Spalletti e pure Miranda e Asamoah faticano.
Un’ultima annotazione. Non su Ventura che saluta il Chievo dopo quattro partite, ma per l’Udinese: una volta la dirigenza friulana non sbagliava mai, ora invece lo fa un po’ troppo spesso. E, a giocare con il fuoco prima o poi ci si scotta.