Mai inno si è sposato meglio con la squadra per la quale è stato scritto. Pazza Inter, che in 2’ si fa raggiungere e rimontare dalla Juventus. Pazza Inter, che in 3’ la ribalta con la Lazio e conquista la Champions, dalla quale era uscita in una notte del marzo 2012 contro l’Olympique Marsiglia.
Pazza Inter, perché malgrado la Lazio a lungo abbia giocato meglio, ma alla fine è ugualmente uscita con i tre punti dall’Olimpico. Pazza Inter, perché quando tutto sembrava perso, ha trovato una palla sporca sulla quale conquistare un rigore, che Icardi ha segnato dopo aver giocato 78’ da incubo (per lui e i tifosi). Pazza Inter perché ha giocato una stagione contraddittoria: in testa fino a inizio dicembre prima di spegnersi e ritrovarsi solo quando è fiorito Rafinha e Brozovic ha trovato la giusta collocazione tattica.
Pazza Inter, perché neppure Spalletti è riuscito a “normalizzarla”: anche un allenatore, tra i migliori e i più esperti del campionato ha dovuto subire le “lune” di un gruppo al quale era lecito chiedere di vincere in casa con Crotone e Sassuolo e a Ferrara, quando il pareggio della Spal è giunto all’89. Pazza Inter, perché non è lecito, per una grande squadra, giocare una partita come quella di Genova contro il Genoa.
Pazza Inter, perché quando tutto sembrava perso ha segnato due gol. Due gol che vogliono dire qualificazione in Champions.