L’aggettivo “immenso” solitamente non è riduttivo. Ma lo diventa per definire Cristiano Ronaldo, CR7. Se il Real Madrid è una delle due o tre squadre più forti del mondo, altrettanto non si può dire del Portogallo, perché per un pronostico in molti punterebbero su Germania, Argentina, Brasile, Inghilterra, Francia e Spagna. Pure su Croazia e Belgio, magari anche sulla Colombia.
Ma lui, non ci sta, vuole vivere il Mondiale da protagonista e in una partita nella quale la Spagna si dimostra superiore per singoli e qualità di gioco, segna tre gol. Che valgono il 3-3.
Dopo Russia-Arabia Saudita, Uruguay-Egitto e Marocco-Iran, arriva finalmente una gara che dà l’idea di essere spettatori (in tutti i sensi vista l’assenza dell’Italia) di un Mondiale. E la sensazione arriva ancor prima che le due squadre scendano in campo. Poi è battaglia. Proprio così battaglia: perché il Portogallo segna, ma la Spagna è conscia di essere molto più forte e allora che fanno CR7 e compagni? Chiudono, almeno, provano a chiudere le linee di passaggio, si mettono compatti al limite della propria area di area di rigore e provano a ripartire come fulmini (chiamasi contropiede, tattica a noi ben nota) per sfruttare una possibile superiorità numerica.
La Spagna, bella e sfortunata (il gol del 2-1 di Cristiano non sarà annesso ai capolavori), ha dimostrato di esserci, di essere una squadra di quelle da tenere in considerazione per la vittoria finale. Almeno, così pare. Ora è il momento della Francia e dell’Argentina. Finalmente vale la pena di incollarsi alla tivù.