“Sei un mi7o”: è lo slogan coniato dalla società, che ogni anno celebra lo scudetto con un “claim” differente. La Juventus pareggia contro la Roma e festeggia un tricolore che era già stato festeggiato sette giorni fa quando il Napoli fu raggiunto sul 2-2 dal Torino, da un gol di De Silvestri (che ha segnato pure oggi alla Spal).
La Juventus ha meritato lo scudetto, malgrado il Napoli con 88 abbia firmato il record per una squadra che si classifica al secondo posto. Ma proseguendo sulla strada dei numeri, la Juve ha il miglior attacco e la miglior difesa del campionato, in casa ha subito solo 7 gol. Non ci sarebbe molto altro da aggiungere.
Invece, da aggiungere c’è tantissimo. Perché i numeri non possono dire tutto. I numeri non rendono appieno il valore di Buffon, Chiellini e Barzagli, campioni straordinari che hanno “griffato” tutti e sette gli scudetti e così sarebbe stato anche per Marchisio, attore non protagonista a causa della guarigione da due infortuni che non gli permettono di brillare come in precedenza.
Se a centrocampo Khedira per qualcuno è lento, per altri indispensabile, in attacco Douglas Costa ci ha impiegato un po’ a capire il nostro calcio, ma quando ha abbandonato i tocchi inutili e certe giocate leziose è stato veramente travolgente.
Impossibile tacere le qualità di Mandzukic, uno con il quale andremmo in guerra con la certezza di uscirne vincitori. Malgrado il talento, non sempre abbiamo visto il miglior Dybala, in certi frangenti impegnato in contenziosi extracampo che hanno irritato la dirigenza bianconera. Higuain è questo, piaccia o non piaccia: all’azione partecipa il minimo indispensabile. Però fa gol. E incarna in pieno il verbo di Giampiero Boniperti: “Vincere non è importante è l’unica cosa che conta”. E la Juve lo ha fatto per la trentaquattresima volta.