Per un attimo lungo 51 minuti, abbiamo pensato che dall’uovo di Pasqua si stagliasse la figura di Leonardo Bonucci. Il gol segnato alla “Stadium” nel quale aveva vinto sei scudetti prima di appoggiare la porta con una certa violenza e chiedere di essere ceduto, sapeva tanto di sentenza. E poi il Milan stava giocando bene, mentre la Juventus arrancava con un 3-5-2 nel quale trovavano posto sugli esterni Lichtsteiner e Asamoah, mentre Douglas Costa e Cuadrado erano solo autorizzati a guardare dalla panchina.
L’1-1 tra Juventus e Milan era un’ottima notizia per il Napoli, che aveva dovuto accontentarsi del pareggio in rimonta con il Sassuolo. Un Napoli che ancora una volta aveva dimostrato che l’esame di maturità è piuttosto indigesto e la tesi di laurea molto lontana. Perché se si vuole vincere lo scudetto e bisogna recuperare sulla Juve certe partite vanno vinte per forza.
Ma mentre Bonucci stava per vestire gli abiti dell’eroe di giornata, mentre ci apprestavamo a scrivere della rivincita di Leo che non si è sentito apprezzato fino in fondo, alla sua prima presenza nel 2018, Cuadrado con un colpo di testa ha detto a tutti che la ricreazione è finita. La Juve è a +4. E il settimo scudetto è sempre più vicino.