Il rancore non porta lontano. E, quello manifestato da Spalletti a fine partita, dopo la vittoria della Lazio a San Siro, ai più è parso rancore. Il bello è che fino alle esternazioni post sconfitta, la ragione era tutta di Luciano Spalletti, che come la squadra aveva subito l’ammutinamento dell’ex capitano.
Non esiste che per far giocare un calciatore ci sia da trattare con il suo avvocato, non è giusto che chi sbaglia rientri in gruppo senza chiedere “scusa”. E’ il minimo. E’ una questione di educazione e, soprattutto rispetto verso i compagni. Non era giusto che chi nel momento del bisogno ha voluto “marcare visita” facesse finta di nulla. Qualcosa ai compagni andava detto.
L’allenatore, che anche a Roma aveva gestito molto male il lungo addio di Francesco Totti, se possibile ha gestito ancor peggio il post Inter-Lazio. Le dichiarazioni rese a Sky sono parse del tutto inopportune: “Era giusto che Icardi stesse fuori una partita”, “Icardi non fa la differenza”, “Ho lasciato fuori calciatori per molto meno”.
No, caro Spalletti, i panni sporchi si lavano in casa, meglio in spogliatoio, ma davanti alle telecamere certe cose non si dicono. Se no anche chi ha ragione passa dalla parte del torto. Diventa indifendibile, quando l’indifendibile è un altro!